Da Bergeggi ad Albissola il fenomeno del cosiddetto 'deserto lichenico'
''Nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della centrale di Vado Ligure si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media regionale e nazionale sia per tutte le cause, che per malattie neoplastiche, cardio e cerebrovascolari''. Lo scrive l'Ordine dei Medici della Provincia di Savona in un documento ufficiale presentato oggi in occasione della conferenza ''L'impatto sanitario del carbone - la funzione sociale del medico: promotore di salute e di ambiente'', organizzata a Savona da Wwf Italia, Ordine dei Medici della Provincia di Savona e Associazione Medici per l'Ambiente Isde Italia.
Per la centrale di Vado ligure questi sono i dati riportati: Mercurio, valore massimo riscontrato 65,3 volte il valore di naturalità media e 7,1 volte il valore massimo riscontrato in Italia; Cromo, valore massimo riscontrato 82,5 volte il valore di naturalità media e 5,5 volte il valore massimo riscontrato in Italia; Arsenico, valore massimo riscontrato 11,5 volte il valore di naturalità media e 2,5 volte il valore massimo riscontrato in Italia; Diossido di zolfo So2, nell'Aia viene indicato un limite per cui si avrebbe una concentrazione di oltre 17 volte rispetto al limite minimo Mtd (migliori tecniche disponibile) previste dalla normativa e oltre 1,7 volte rispetto al limite massimo Mtd, mentre per il monossido di carbonio (Co) una concentrazione di oltre 8 volte rispetto al limite minimo Mtd e di 5 volte rispetto al limite massimo Mtd.
Le varie campagne di biomonitoraggio mediante licheni condotte nell'area di Vado Ligure e nei comuni limitrofi hanno evidenziato una situazione di inquinamento marcato, come testimoniano i valori molto bassi di diversità lichenica. Addirittura in alcune zone (da Bergeggi ad Albissola) si era rilevato il fenomeno del cosiddetto ''deserto lichenico'' (area dove, a causa del grave inquinamento, i licheni sono incapaci di sopravvivere). Inoltre studi di bioaccumulo nei licheni hanno dimostrato che la concentrazione di metalli pesanti attribuibili alla combustione di combustibili fossili nel savonese è fra le peggiori d'Italia.
Anche la situazione dei fondali marini risultava molto compromessa: i valori standard di qualità ambientale da raggiungere nel 2008 sono superati da 2 a 10 volte per mercurio, arsenico, cadmio, Pcb. A Vado, alla foce del torrente Quiliano, si raccolgono i mitili con la più elevata concentrazione di mercurio, cadmio e policlorobifenili tra quelli raccolti su tutta la riviera ligure.
Nella relazione su ''Inquinamento e salute in Provincia di Savona'' del 2010, l'Ordine dei Medici provinciale ricorda che per quanto riguarda le emissioni di metalli pesanti (sostanze definite come cancerogene certe, possibili o probabili), l'impatto della centrale a carbone è altrettanto pesante. Le centrali elettriche a carbone emettono quasi il 90% di tutto il mercurio che viene emesso annualmente in Liguria.
Purtroppo anche le emissioni di altri metalli pesanti sono molto elevate. Per esempio l'emissione di arsenico, potente sostanza cancerogena, dalle centrali a carbone liguri assomma ad oltre il 40% delle emissioni totali regionali. Secondo l'Ordine dei Medici di Savona, nella già citata Relazione del 2010 si arrivava a concludere che le particelle fini (Pm 2,5) primarie e secondarie rappresentano probabilmente il principale problema legato all'impatto ambientale della centrale di Vado-Quiliano, principalmente in rapporto alle elevatissime emissioni di ossidi di zolfo.