Siaaic: "Non peggiora i sintomi anche nei pazienti trattati con farmaci biologici"
Più dell’80% dei pazienti con asma grave non ha avuto alcun effetto collaterale dopo il vaccino a mRna, né dopo la prima né dopo la seconda dose. Fra i pazienti che hanno avuto eventi avversi, nel 95% dei casi si è trattato di piccoli fastidi molto comuni; in nessun caso si è verificato un peggioramento dell’asma. Lo dimostra il primo studio italiano condotto su questi pazienti da esperti della Società italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic).
Anche un'eventuale terza dose non deve spaventare i 200mila italiani che soffrono di asma grave: il vaccino a mRna per Covid-19 è sicuro anche per coloro che sono in terapia con farmaci biologici e senza che ci siano differenze sostanziali con l’utilizzo di un anticorpo monoclonale o l’altro.
Lo studio, pubblicato su Vaccines, è stato condotto su 253 pazienti con asma grave seguiti dai Centri di Riferimento per l’asma grave di Verona e Padova e immunizzati contro Covid-19 con il vaccino a mRna di Pfizer. "Sono stati esclusi dalla vaccinazione solo i pazienti con una recidiva di asma grave in atto e in cura con un’elevata dose di steroidi per via orale; tutti gli altri – spiega Gianenrico Senna, coautore dello studio e presidente Siaaic – sono stati seguiti per registrare e valutare gli eventuali eventi avversi dopo la vaccinazione. I dati sono molto rassicuranti: dopo la prima dose solo il 19% dei pazienti ha lamentato un effetto collaterale che nell’81% dei casi era molto comune e di poco conto, dopo la seconda dose appena il 17% ha avuto un evento avverso e nel 95% dei casi si è trattato di piccoli fastidi come dolore al braccio, febbre, dolori muscolari o mal di testa. Si sono avuti alcuni disturbi poco comuni ma non gravi, come dolore diffuso o linfadenopatia, tuttavia - sottolinea Senna - non si è registrato alcun evento avverso raro, come reazioni allergiche gravi o asimmetrie facciali, né è mai stata raccomandata o riferita una pre-medicazione con antistaminici o paracetamolo".
L’analisi particolareggiata dei pazienti in terapia con un anticorpo monoclonale è stata altrettanto tranquillizzante: il profilo di rischio è risultato sovrapponibile a quello di chi non prende farmaci biologici. "L’unica precauzione presa – specificano Andrea Vianello, docente di Malattie dell'apparato respiratorio all’Università di Padova e coautore dello studio insieme a Gabriella Guarnieri, Servizio fisiopatologia respiratoria Azienda Ospedaliera-Universitaria di Padova - è stato osservare un intervallo di 48 ore fra la somministrazione del farmaco biologico e la dose di vaccino. In nessun caso si è verificato un peggioramento dell’asma che è rimasta stabile quando non addirittura lievemente migliorata".
"Anche la qualità di vita dei pazienti - sottolineano gli esperti - è aumentata, probabilmente grazie all’atteggiamento positivo di fronte alla vaccinazione che è stata giustamente vissuta come un prezioso aiuto da soggetti più suscettibili ai danni del Covid-19. Questi dati - concludono - incoraggiano perciò tutti i pazienti con asma grave a sottoporsi con fiducia e senza paura all’eventuale terza dose di vaccino, uno strumento di salute essenziale e sicuro per tutti loro”.