Breve storia dell"Everest della vela", giro del mondo in solitaria e senza assistenza. E ora ci sono anche le barche con i foil
Domenica prossima parte la decima edizione del Vendée Globe, la regata più dura del mondo unanimemente definita "l'Everest della vela" per le sue straordinarie difficoltà di portarla a termine. Un giro del mondo in solitaria, senza scalo e con il divieto di assistenza pena l'esclusione dalla gara, ma -diversamente dai tempi analogici- con l'unico sollievo di strumentazioni di ultima generazione e facoltà di comunicazione che i pionieri neanche potevano sognare. Quaranta gli skipper iscritti, con la maggioranza schiacciante composta dai 27 francesi. Sei le donne, e un solo italiano al via, il fiorentino Giancarlo Pedote sul Prysmian con cui aveva ottenuto l'ottavo posto nell'edizione precedente, miglior piazzamento di sempre per un azzurro. Ora il Prysmian, opportunamente "ristrutturato", riparte per l'avventura sportiva più dura che ci sia, con passaggi tra i 40 ruggenti e i 50 urlanti, le latitudini più estreme e il passaggio tra i tre leggendari capi: Horn in Sudamerica, Buona Speranza in Africa e Leeuwin in Australia.
La partenza è come di consueto da Les Sables d'Olonne, in Vandea, le barche hanno seguito l'evoluzione della nautica d'altura da competizione e, a partire dal 2016, alcune di esse navigano sui foil che il grande pubblico ha imparato a conoscere con l'America's Cup: sulla linea di partenza del Vedée 2024-2025 ci saranno 12 scafi di nuova generazione insieme alle barche senza appendici, ma naturalmente anch'esse progettate per planare non appena possibile anche su onde alte come palazzi. Di seguito una breve storia della regata.
Vent’anni dopo la leggendaria e unica Golden Globe Race del 1968, la prima circumnavigazione a vela per solitari, nove partiti e uno solo arrivato a Falmouth, in Inghilterra, il francese Philippe Jeantot vara l’idea di una nuova regata intorno al mondo, ma senza la possibilità di scendere a terra tra la partenza e l’arrivo: nasce il Vendée Globe Challenge, e la sua casa è subito una cittadina sulla costa atlantica francese, regione della Vandea: Les Sables d’Olonne. Da qui si parte e qui si arriva, dopo aver percorso 25.000 miglia (circa 45.000 chilometri), lasciando a sinistra il Capo di Buona Speranza, il Capo Leeuwin, il Capo Horn e aggirando l’Antartide. Il 26 novembre 1989, tredici velisti partono per la prima edizione, durata oltre tre mesi, ma solo sette la concludono. Vince Titouan Lamazou in 109 giorni e 47 minuti.
La seconda edizione (1992-93) ha 15 iscritti, ancora 7 arrivati e purtroppo ben due dispersi in mare (Mike Plant e Nigel Burgess). Tra i partecipanti il primo italiano: è Vittorio Malingri con il Moana 60 Everlast, costretto al ritiro nel Pacifico per la rottura di un timone. Il primo sul traguardo è Alain Gautier in 110 giorni. Nella terza (1996-97) ancora 15 iscritti, 6 arrivati, 9 ritirati e ancora un disperso, Gerry Roufs. Vince Christophe Auguin in 105 giorni.
Nell’edizione 2000-2001 sono al via 24 solitari e due italiani. Vince Michel Desjoyeaux in 93 giorni davanti all’inglese Ellen MacArthur, prima donna sul podio. Simone Bianchetti è 12°, Pasquale De Gregorio 15° in 158 giorni, ultimo sul traguardo è accolto da una folla di 20.000 appassionati. E’ l’edizione che consolida il mito del Vendée Globe. Nel 2004-2005 vince Vincent Riou in 87 giorni, 20 iscritti e 9 ritirati. Le barche sono sempre più veloci e simili, i primi tre arrivano staccati di poche ore tra loro. Nel 2008-2009 (30 iscritti, record di ritirati, ben 19) vince ancora Michel Desjoyeux in 84 giorni. Si arriva al 2012-2013, i partecipanti scendono a 20, in 11 concludono la gara, tra questi l’italiano Alessandro Di Benedetto, ultimo in 104 giorni, popolarissimo in Francia perché due anni prima ha fatto lo stesso giro su un barchino di soli 6 metri, un record. Il vincitore Francois Gabart è il primo a scendere sotto gli 80 giorni (78). Quattro anni dopo, 2016-2017, 29 partecipanti e 19 arrivati, Armel Le Cleac’h abbassa ancora il tempo vincendo in 74 giorni. E’ l’edizione in cui fanno la comparsa i primi foil montati su barche oceaniche.
Nel 2020-2021, record di iscritti (33), in 25 concludono la regata. Primo sulla linea è Charlie Dalin (80 ore e 6 ore), ma il vincitore è Yannick Bestaven (80 giorni e 3 ore) grazie all’abbuono di 10 ore per una deviazione di rotta in soccorso a un concorrente rovesciato. Giancarlo Pedote è il quinto italiano a correre il Vendée e fa segnare il miglior risultato: è 8° in 80 giorni e 22 ore, appena 19 ore dal primo.
L’edizione 2024-2025 è la decima e batte il record di iscritti con 40 skipper al via. Tra essi c’è ancora Giancarlo Pedote, alla sua seconda partecipazione.