Il campione azzurro, presente alla cerimonia di inaugurazione del 162esimo anno accademico del Politecnico di Milano, si racconta tra presente e futuro
Il Politecnico di Milano è un po' anche casa sua. Filippo Ganna, fuoriclasse del ciclismo azzurro, ci tiene a ribadirlo all'Adnkronos a margine della cerimonia di inaugurazione del 162esimo anno accademico dell'ateneo lombardo. "Oggi abbiamo sentito tante belle parole da parte della rettrice, oltre agli interventi sul palco delle massime istituzioni. Dal sindaco Sala al ministro per lo Sport Abodi, sono stati toccati temi interessanti. Un percorso strutturato dal punto di vista dello sport e degli studi dà sicurezza a tutti gli atleti. Speriamo che si continui su questa linea, non solo sul fronte italiano".
Top Ganna ha commentato la celebre Galleria del Vento del Politecnico di Milano, messa più volte a disposizione degli atleti. Anche nella preparazione delle ultime Olimpiadi: "Si tratta di una struttura di vitale importanza per lo studio e il miglioramento. Il grande grazie va a questa università, un vanto per l'Italia. Aprono sempre le porte per noi e ci permettono di migliorare e andare avanti". Il campione azzurro ha tratteggiato anche alcuni cambiamenti verso la prossima stagione: "Lo spostamento progressivo verso la strada è una conseguenza delle gare che si fanno. Se si guarda l'elenco, i momenti passati in pista sono inferiori rispetto ai tanti appuntamenti. Nel mio caso, sarà un non partecipare più a Mondiali-Coppa del Mondo in pista e fare magari qualche allenamento in più per migliorare su strada". Con precisazione doverosa: "Non abbandono ovviamente la pista, serve per quei volumi di carico che in strada non riesco a mantenere".
La chiusa mette a fuoco i prossimi obiettivi: "Il primo resta vincere. Il più possibile, è una cosa che serve a tutti. Gli avversari? Per adesso i big stanno bene, anche loro hanno fatto un periodo di stacco e quando ricominceremo vedremo come sarà l'approccio generale. Spero di essere un po' più avvantaggiato rispetto agli ultimi anni. Per esempio, a livello di peso. Non essendo sprofondato oltre i 90 (ride, ndr) potrò ripartire forte con meno difficoltà". (di Michele Antonelli)