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Piotta: "Molti voti al Premio Tenco ma non sono in cinquina, come mai?". La replica: "Non è in dialetto"

Tommaso Zanello sui suoi canali social chiede la motivazione. La risposta al rapper: "Il disco non rispetta i requisiti per 'Miglior album in dialetto', categoria dove ha ricevuto i voti"

Piotta
Piotta
27 giugno 2024 | 12.21
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"Ieri come avete visto sono uscite le cinquine del Premio Tenco. Pur avendo ricevuto tantissimi voti da molti dei giurati, che ringrazio uno per uno, ma 'Na notte infame' 'non è dentro. Girano voci che questi voti non siano stati proprio presi in considerazione. Se fosse così mi chiedo: 'come mai?'". Lo scrive Piotta, al secolo Tommaso Zanello, sui suoi canali social, chiedendo spiegazioni agli stessi promotori del Premio: "Se il Club Tenco - Premio Tenco potesse darci la motivazione - scrive il rapper e produttore discografico - darebbe prova di grande trasparenza, per rispetto di tutto il progetto, viste anche le motivazioni da cui nasce e di tutti i giornalisti che votano", conclude l'artista.

Le cinquine dei finalisti delle Targhe Tenco 2024 - il premio assegnato dal 1984 a 'I migliori dischi dell’anno' di canzone d’autore pubblicati nel corso dell’anno, che si terrà il 17, 18 e 19 ottobre al Teatro Ariston di Sanremo - vedono in lizza per il 'Migliore album in assoluto': Paolo Benvegnù con 'È inutile parlare d’amore'; Vasco Brondi con 'Un segno di vita'; Calcutta con 'Relax'; La Crus con 'Proteggimi da ciò che voglio'; Daniele Silvestri con 'Disco X'. Per la categoria 'Migliore album in dialetto' (o lingua minoritaria parlata in Italia), in cinquina compaiono: Eleonora Bordonaro con 'Roda'; Mesudì -con 'Nodi'; Setak con 'Assamanù'; Massimo Silverio con 'Hrudja'; Davide Van De Sfroos con 'Manoglia'.

E ancora: il 'Migliore album opera prima' (primo album di lunga durata del titolare, cantautore o gruppo): Coanda con 'Le vite altrove'; Marta Del Grandi con 'Selva'; Lamante con 'In memoria'; Elisa Ridolfi con 'Curami l'anima' e Andrea Satta con 'Niente di nuovo tranne te'. Per il 'Migliore album di interprete': Joe Barbieri con 'Vulío'; Simona Molinari con 'Hasta Siempre Mercedes'; Alberto Patrucco con 'AbBrassens'; Perturbazione con 'La Buona Novella' (dal vivo); Chiara Raggi e Giovanna Famulari con 'In punta di corde' e Agnese Valle con 'I miei uomini'.

Per il premio 'Migliore canzone singola' (il premio va agli autori del brano), la cinquina vede: 'La fioraia' di Agnese Valle; 'La mia terra' di Diodato; 'La promessa della felicità' di Federico Sirianni; 'L'oceano' di Paolo Benvegnù; 'L'uomo nel lampo' di Paolo Jannacci e Stefano Massini. A contendersi il 'Migliore album a progetto' sono: 17 fili rossi + 1 - Ricordando Piazza Fontana; Parole liberate vol. 2; Sarò Franco - Canzoni inedite di Califano; Shahida - Tracce di libertà; Stagioni.Tributo ai Massimo Volume.

La replica del Club Tenco: "Il disco non rispetta i requisiti"

"Il disco 'Na notte infame' ha ricevuto diversi voti dai giurati, ma nella categoria 'Miglior album in dialetto' e, secondo i parametri inequivocabili del nostro regolamento, i testi dell’opera non sono scritti e cantati per oltre il 50% in alcun dialetto o lingua minoritaria". Questa la risposta del Club Tenco al Piotta dopo il post del rapper.

L'artista: "Pesare la musica un tanto al chilo è discutibile"

Voler pesare "la musica tanto al chilo è un'operazione cervellotica e discutibile", dice Piotta all'Adnkronos. "Andare a pesare la musica un tanto al chilo - replica il Piotta - è un'operazione cervellotica e discutibile. Ma esattamente chi l'ha pesata? C'è un gruppo di linguisti, esperti di dialetto? 'Na' notte infame' è il mio lavoro più romano".

Piotta sottolinea che "la tradizione di Roma non è ferma in un tempo mitologico, ma giorno per giorno si rafforza e si rinnova. Anche il romano che uso adesso non è quello che usavo all'inizio della carriera e certamente non è quello che usavano Trilussa o Belli. Roma è una città di quattro milioni di persone che vengono da tutto il mondo: c'è un continuo mescolarsi anche linguistico tra francesismi, anglismi, modi di dire ma anche un cadenza che rende romano un modo di parlare. Il dialetto di Roma non è fermo nel tempo ma è un dialetto annacquato in continuo aggiornamento quanto di più vicino all'italiano. Questo - ribadisce il rapper - è il lavoro più romano che io abbia mai fatto perché, rispetto al passato, va proprio nel cuore della città, nei racconti della città dagli anni di piombo fino a oggi, citando tanti poeti. Penso ad Amelia Rosselli e Patrizia Cavalli. Respingo totalmente il giudizio che è stato dato. 'Na notte infame' rappresenta la romanità".

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