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Pregliasco: "Lockdown insostenibile, chiusure chirurgiche da valutare"

"Sfida scuole e rischio numero enorme contagi, possiamo solo mitigare diffusione virus e spalmare casi"

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08 gennaio 2022 | 14.42
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"Un 'riedizione' del lockdown totale del 2020 non è sostenibile, ma chiusure chirurgiche potrebbero essere necessarie e dobbiamo pensarci metterci in questa ottica e avere il più possibile comportamenti responsabili per evitarlo". E' il monito lanciato da Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università degli Studi di Milano. "Nel manuale, nel menu delle cose del prossimo futuro, bisogna immaginarlo" il rischio lockdown, "certo non quello assoluto del 2020 - dice l'esperto all'Adnkronos Salute - Abbiamo una sfida davanti che sarà la riapertura delle scuole e serve uno sforzo corale di tutti, istituzioni e famiglie. Bisognerà vedere quale sarà l'andamento della curva perché arriveremo a una quota molto importante di casi".

"Io spero - continua - che possa essere solo un'azione più chirurgica e legata a situazioni come possono essere ad esempio quella della Sicilia, dove gli amici dell'Anpas", l'Associazione nazionale pubbliche assistenze di cui Pregliasco è presidente, "hanno dato una mano ad aprire ospedali da campo". "Invece un lockdown così pesante come quello del 2020 no". Per Pregliasco la modalità di azione deve essere un'altra: "Dobbiamo tenere conto di una mitigazione della diffusione" di Sars-CoV-2. "Possiamo solo governare una spalmatura nel tempo dei casi, per non lasciare il virus a fare quel che vuole".

E sulla base di questa prospettiva di misure chirurgiche che potrebbero rendersi necessarie, "dobbiamo avere un comportamento di buonsenso - esorta Pregliasco - Tutto dipende dalla modalità con cui gestiamo questo momento. Dobbiamo farlo con buonsenso e progressione. E le prossime settimane, fino alla fine del mese di gennaio, saranno decisive" per il destino dell'epidemia. "La possibilità di chiusure è un'opzione da tenere in conto, sapere che può esserci e fare in modo di comportarsi in modo più responsabile per evitare che tutto ciò accada".

"Non dico che arriveremo all'immunità di gregge, ma a una situazione in cui, finito l'inverno, la gran parte di noi sarà in qualche modo contagiata e resterà solo una piccola quota di persone suscettibili, sì". "Io ritengo che si arriverà a una situazione come quella che vediamo per le influenze normali, in cui una grossa parte della popolazione alla fine della stagione in qualche modo non è più suscettibile".

"Rimarrà sempre una quota di persone scoperte, vuoi perché infettate all'inizio o vaccinate da più tempo - osserva Pregliasco delineando un possibile scenario futuro con il coronavirus Sars-CoV-2 -. Queste persone diventeranno pian piano suscettibili e altre onde", più piccole, "come quelle di un sasso lanciato in uno stagno, dobbiamo immaginare di doverle subire anche nel futuro. Non è detto che arriveremo a una situazione in cui il 95% della popolazione è immune - non avendo memoria immunitaria sul lungo termine, visto che c'è gente che si infetta nuovamente anche dopo essersi già infettata - però sicuramente una quota tale che farà sì che le prossime onde non siano così grandi, sì".

Tutto questo, avverte, "se non arriva un'altra Omicron. Immagino una situazione in cui solo una piccola quota è suscettibile, una quota che però si rinnova, perché qualcuno di volta in volta perde la condizione di immunità". Quindi il messaggio è: "Non possiamo immaginare l'eliminazione ed eradicazione da Sars-CoV-2, ma solo una situazione la vediamo per l'influenza".

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