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Concessioni balneari, proroga fino a settembre 2027: il decreto

Le gare devono essere avviate entro giugno 2027

Uno stabilimento balneare
Uno stabilimento balneare
04 settembre 2024 | 19.24
LETTURA: 2 minuti

Arriva la proroga delle concessioni balneari in Italia fino a settembre 2027. Le gare devono essere avviate entro giugno 2027. Lo prevede il decreto varato dal governo. Tra i punti principali della riforma delle concessioni balneari, con effetti sugli stabilimenti, "sono l'estensione della validità delle attuali concessioni fino al settembre 2027, l'obbligo di avviare le gare entro il giugno 2027", si legge in una nota di palazzo Chigi.

I punti della riforma

Il provvedimento con le norme sui balneari fa parte del decreto legge che introduce disposizioni urgenti per la soluzione di procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano.

Sono possibili deroghe al nuovo termine di scadenza delle concessioni balneari del 30 settembre 2027 in presenza di "ragioni oggettive" ma "non oltre il 31 marzo 2028", prevede una bozza del decreto.

"Al fine di consentire l’ordinata programmazione delle procedure di affidamento" e "il loro svolgimento nel rispetto del diritto dell’Unione europea e secondo le modalità stabilite dal medesimo", le concessioni continuano ad avere "efficacia fino al 30 settembre 2027". In presenza però "di ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva entro il 30 settembre 2027, connesse, a titolo esemplificativo, alla pendenza di un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all'espletamento della procedura stessa, l'autorità competente, con atto motivato, può differire il termine di scadenza delle concessioni in essere per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 marzo 2028".

Tra i punti principali della riforma delle concessioni balneari si prevede che "la durata delle nuove concessioni" vada "da un minimo di 5 a un massimo di 20 anni, al fine di garantire al concessionario di ammortizzare gli investimenti effettuati, l'assunzione di lavoratori impiegati nella precedente concessione, che ricevevano da tale attività la prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare, l’indennizzo per il concessionario uscente a carico del concessionario subentrante e pari al valore dei beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati e all'equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni".

"Tra i criteri di valutazione delle offerte, sarà considerato anche l'essere stato titolare, nei cinque anni precedenti, di una concessione balneare quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare", spiega Palazzo Chigi.

In relazione ai balneari, sottolinea Palazzo Chigi nella nota, la collaborazione tra Roma e Bruxelles ha consentito di trovare un punto di equilibrio tra la necessità di aprire il mercato delle concessioni e l’opportunità di tutelare le legittime aspettative degli attuali concessionari, permettendo di concludere un’annosa e complessa questione di particolare rilievo per la nostra Nazione.

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