Proseguire con l’esperienza maturata per raggiungere quello del 20/22% relativo a scadenza 2035
"Con il via definitivo da parte del Consiglio Ue Ecofin alle norme sull’efficientamento energetico degli edifici gli Stati membri, tra cui l’Italia, avranno due anni di tempo – dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea – per recepire ed attuare la direttiva. Il testo, però, non stanzia incentivi dedicati, anzi esorta gli Stati a usare quelli a disposizione ed è proprio questo l’aspetto centrale del dibattito che si è acceso in questi giorni. Come esponente di categoria, da un lato posso sottolineare che l’esperienza maturata in questi anni, dai professionisti tecnici circa i bonus in edilizia, rappresenta un vantaggio per la collettività e per il mercato ma, al tempo stesso, ritengo che il proprietario immobiliare non farà sua questa scelta senza un’incentivazione specifica. E ciò sarebbe un vero peccato, se consideriamo che - in attesa delle conferme ufficiali - fra gli addetti ai lavori risulterebbe già raggiunto con il Superbonus dal comparto residenziale l’obiettivo fissato al 2030, ovvero l’abbattimento del 16% delle emissioni di Co2, mentre quello del 20/22% relativo alla scadenza del 2035 non è stato raggiunto. Proseguire con l’esperienza maturata, facendo tesoro del vissuto del superbonus permetterebbe, quindi, ben prima il raggiungimento degli scopi attesi a tutela dell’ambiente e per il contrasto del cambiamento climatico". Così, con Adnkronos/Labitalia, Pietro Lucchesi, consigliere del Consiglio nazionale Geometri e Geometri laureati.
"Al momento non abbiamo a disposizione i dati relativi al comparto non residenziale che, come sappiamo, ha obiettivi ben più restrittivi di quello residenziale, al cui raggiungimento dovremmo dedicarci affinché sia possibile raggiungere ancor prima gli obiettivi ambientali richiesti, coltivando ulteriori speranze per la transizione ecologica in atto”, conclude.