Nell'emergenza coronavirus
Wellness Foundation con il suo presidente Nerio Alessandri e Anif (Associazione nazionale impianti sportivi & fitness, palestre, piscine e campi sportivi), con il suo presidente Giampaolo Duregon e un’importante rappresentanza di centri sportivi, in una lettera aperta al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro della Salute e al ministro dell'Economia, hanno riportato le proposte concrete per dare risposte forti al settore sport, fitness, salute, piscine e campi sportivi, colpito in maniera durissima dalla chiusura dei centri in tutta Italia.
Un settore che conta quasi 25.000 aziende e ha un fortissimo impatto economico e sociale sul Paese: 20 milioni di italiani grazie alle loro attività si prendono cura della loro salute; oltre 5 milioni di bambini frequentano i corsi; il tutto per un totale di 120.000 posti di lavoro e 12 miliardi di euro di giro d’affari annuo.
”Siamo soddisfatti - dice all’Adnkronos/Labitalia il presidente Anif EuroWellness, Giampaolo Duregon - della coesione e la forza che il nostro settore sta dimostrando, di aver unito le forze con una realtà prestigiosa come Wellness Foundation, guidata da un opinion leader del wellness come Nerio Alessandri, di grande ispirazione per il Paese. L’iniziativa di Wellness Foundation, sostenuta da Anif, l’associazione nazionale impianti sport e fitness, e da una cordata di titolari e gestori di centri sport, fitness, salute, piscine e campi sportivi, ci vede in primo piano per tenere alta l’attenzione su un settore che è stato colpito subito, radicalmente, dalla crisi, a seguito dell’emergenza Covid 19, e che rischia di non riaprire”.
“L’iniziativa -sottolinea - è un tassello che rafforza in modo eclatante, aumentando di valore e risonanza l’azione di Anif, che si è già attivata, sia attraverso tavoli istituzionali sia sulla stampa nazionale, per presentare 8 emendamenti fondamentali per la sopravvivenza del settore. Ben 7 di questi sono stati presi in considerazione e accettati nel decreto Cura Italia, come la cassa integrazione per il personale dipendente e i sussidi per i collaboratori sportivi”.
“Guardando alla ripresa, è dunque, vitale - aggiunge il presidente Duregon - che il governo pensi all’aumento del fondo per i collaboratori sportivi, da 50 a 300 milioni, della liquidità per le imprese e a dare la possibilità agli impianti sportivi di recuperare con il credito d’imposta il 60% dei canoni di affitto: sono questi 3 dei nuovi 5 emendamenti che Anif ha già presentato e che ci aspettiamo siano oggetto di lavoro dei ministri, nel prossimi decreti”.
Nella lettera si ricorda che “oltre all’impatto economico generato dalle nostre imprese, il nostro settore crea un enorme valore sociale in termini di educazione ai sani stili di vita e alla prevenzione per combattere i rischi di obesità, soprattutto infantile, malattie cardiovascolari e tumori. Come affermato in modo forte e chiaro dall’Organizzazione mondiale della sanità, l’esercizio fisico è un potente farmaco efficace contro le principali malattie croniche, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo. La palestra è soprattutto un investimento in salute: star bene conviene. Alle persone, allo Stato, alle imprese”.
Proprio in questo momento, tra l’altro, prosegue, “la sedentarietà che la situazione impone incrementa l’esigenza di favorire l’esercizio fisico al fine di rafforzare le difese immunitarie, di migliorare il funzionamento degli apparati cardio-respiratorio e di conservare e, se possibile, migliorare la salute dei cittadini. La totale chiusura di palestre e centri fitness, dal punto di vista sociale, non consente di raggiungere tali obiettivi e, dal punto di vista economico, sta mettendo in ginocchio l’intero settore”.
Per questo “si chiede l’istituzione di un comitato tecnico congiunto con il Ministero della Salute per definire insieme le regole che ci consentano di riaprire nei tempi più brevi possibili, mettendo sempre al centro la sicurezza e la salute delle persone; la detraibilità in dichiarazione dei redditi le spese per l’attività fisica da parte di tutti, senza limiti d’età e di spesa; l’estensione e il potenziamento, fino al momento della riapertura dei centri, degli ammortizzatori sociali per i collaboratori delle nostre aziende in ogni forma: dipendenti, partite iva, contratti sportivi”.
Sempre nella lettera si chiede di “estendere al nostro settore finanziamenti a fondo perduto e/o a tassi 0 con ammortamento a 10 anni per permettere, nonostante la crisi di liquidità, gli investimenti in formazione dei collaboratori, in innovazione tecnologica e in consulenza”. “Estendere il credito d’imposta sulle locazioni immobiliari anche alla categoria catastale D6 e D8”, perché “in gioco non è solamente una fetta fondamentale dell’economia italiana, ma anche la salute, la qualità della vita dei nostri concittadini e la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale”, conclude.