Il regista uno dei tre italiani in Concorso alla kermesse con il suo secondo lungometraggio da regista, interpretato da Emir Kusturica, Ksenia Rapporport e Adriano Giannini. Nelle sale il prossimo 13 novembre, distribuito da Fandango.
La voglia di cimentarsi con un film di genere, in cui si intrecciassero elementi classici come la tragedia, il tradimento, la vendetta, ma “tenendo un collegamento molto forte con la realtà”. Così il regista Claudio Noce descrive all'Adnkronos l'obiettivo principale del suo attesissimo 'La Foresta di Ghiaccio', prodotto da Andrea Paris e Matteo Rovere in collaborazione con Rai Cinema, con il quale partecipa in Concorso al Festival di Roma e che ha presentato ieri sera al pubblico sfilando sul red carpet delle 19.
“L'idea di provare a declinare gli elementi narrativi in un film di genere che io definisco una 'favola nera -spiega Noce- nasce da un lavoro di gruppo. Una grande sfida, la voglia di misurarmi con qualcosa di nuovo che arrivasse a più persone, ad un pubblico eterogeneo. Ma non potevo scendere a patti con il raccontare la verità, perché questo, fin dall'inizio, è stato un elemento importante per i miei film”. La storia, che ha come principali protagonisti Ksenia Rapporport, Adriano Giannini ed il grande regista Emir Kusturica, racconta un incredibile mistero che si sviluppa dietro l'apparente tranquillità di un piccolo paese alpino, facendo emergere segreti nascosti che portano alla luce grosse problematiche irrisolte fra i personaggi.
“Abbiamo girato al freddo, quello vero -ricorda Noce- e quello che si vede nel film è esattamente il freddo che provavano realmente gli attori, e questo li ha aiutati molto ad entrare nell'ambiente. C'era un contatto con la natura molto forte (la pellicola è stata girata in Trentino, ndr), e loro si sono adattati perfettamente al luogo”. “Desidero ringraziare il Trentino -gli fa eco il produttore Andrea Paris- non solo per l'aiuto e il sostegno economico, ma proprio come territorio. Credo si tratti di location uniche, e per certi versi irripetibili”. (segue)
La presenza nel cast di un grande regista come Emir Kusturica è stata uno stimolo in più. “Il ruolo non era stato pensato per lui -rivela il regista- ma un giorno ho avuto una folgorazione, ed ho pensato che sarebbe stato perfetto per la parte di Secondo. Fortunatamente, quando gliene ho parlato, ha accettato subito”. Difficile dirigere un regista così? “Si è creato un bellissimo rapporto -dice Noce- perchè Emir ha rispettato molto il mio lavoro. Mi ha studiato il primo giorno, poi ho scoperto che aveva detto di me 'Questo regista ha un grande senso dello spazio' e questo mi ha dato una grande carica”.
Per Ksenia Rapporport invece, inizialmente l'approccio al ruolo è stato più difficoltoso. “Io venivo dal metodo Stanislavskij, volevo conoscere il passato del personaggio, il suo vissuto, perché diceva una cosa in quel modo piuttosto che in un altro -dice l'attrice- io e Claudio abbiamo avuto dei confronti iniziali, poi mi sono lasciata andare al suo metodo, che invece prescindeva del tutto dal passato del personaggio”.
Per Adriano Giannini è stata fondamentale la fiducia del regista nelle sue capacità di calarsi nella parte di un uomo di montagna. “Non mi sentivo in grado di stare affianco a personaggi non attori che realmente vivono in quelle zone -dice Giannini- con il volto, le mani, segnate davvero dal vento di quelle montagne. Ma Claudio mi ha dato molto coraggio e il suo crederci mi ha dato la chiave per questa sfida. Abbiamo costruito una figura favolistica di cowboy malinconico-romantico, che invece del cavallo cavalca un quad sui ghiacci”. La pellicola, che vede nel cast anche Domenico Diele e la brava Maria Roveran, uscirà nelle sale il prossimo 13 novembre, distribuita da Fandango.