Il presidente francese: "Potrebbero essere necessarie operazioni sul terreno"
"Dobbiamo essere pronti per ogni scenario". Emmanuel Macron non arretra. Il presidente francese si esprime così dopo le ripetute dichiarazioni con cui negli ultimi giorni non ha escluso l'invio di soldati in Ucraina nella guerra contro la Russia.
"Forse a un certo punto - non voglio e non prenderò l'iniziativa - saranno necessarie operazioni sul terreno, quali che siano, per contrastare le forze russe", dice a Le Parisien facendo il punto dopo il vertice di Berlino. In Germania, il presidente ha incontrato il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier polacco Donald Tusk. "La forza della Francia è che può farlo", sottolinea Macron riferendosi al ruolo e alle potenzialità transalpine, aggiungendo che "molti paesi in Europa sono sulla stessa linea".
La Francia "si prepara a tutti gli scenari" perché "sarebbe un errore, uno sbaglio non farlo. Sono d'altronde convinto che in alcuni di questi scenari, ognuno, a seconda del suo ruolo, si assumerebbe le proprie responsabilità". Il vertice di Berlino è servito a consolidare il rapporto con la Germania che, rileva Macron, "ha una cultura strategica di grande prudenza, di non intervento, e mantiene le distanze dal nucleare. Un modello molto diverso da quello della Francia, che è dotata di armi nucleari e che ha mantenuto e rafforzato un esercito professionale".
Se dovesse arrivare una telefonata di Vladimir Putin, Macron risponderebbe perché è una sua "responsabilità". Allo stesso tempo, il presidente francese ribadisce che "non dobbiamo farci intimidire" dalle minacce del Cremlino: "Non abbiamo di fronte a noi una grande potenza. La Russia è una media potenza con armi nucleari, ma il cui pil è molto inferiore a quello degli europei, inferiore a quello della Germania, della Francia".
In Russia si stanno per chiudere le elezioni che regaleranno un nuovo mandato a Putin. Da Macron, non arriveranno messaggi per il leader del Cremlino. "La morte di Alexei Navalny" e la repressione di "tutti gli oppositori fanno sì che non possiamo congratularci per un'elezione che è stata segnata dalla morte di coloro che hanno combattuto per il pluralismo in Russia".
La linea di Macron, ribadita con le nuove dichiarazioni, non viene condivisa dal ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto. "Il vertice europeo sono 27 Paesi, fare dei passi in avanti rompe soltanto il fronte europeo. Facciamo decine di riunioni al mese siamo compatti sulla conduzione in Ucraina non capisco perché per motivi interni qualche Paese debba sembrare più attivo di altri", dice Crosetto in un'intervista al Tg1.
"La Nato non decide quando Macron ha un'idea ma quando si trovano tutti i Paesi e prendono una decisione. L'Italia ha detto fin dall'inizio che mandare le truppe in Ucraina significa fare un passo ulteriore verso una via di non ritorno. Noi vorremmo arrivare a una pace giusta per l'Ucraina, non a una guerra che coinvolga ancora più Paesi", sottolinea.