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Gb e Svezia pronti a invio peacekeeper in Ucraina. Ma Germania frena: "Prematuro"

Oggi a Parigi il vertice speciale dei leader europei per discutere i piani di Trump sulla fine della guerra

Macerie in Ucraina - (Afp)
Macerie in Ucraina - (Afp)
17 febbraio 2025 | 12.01
LETTURA: 5 minuti

Regno e Svezia si dicono pronti all'invio di soldati come peacekeeper in Ucraina se necessario per garantire la tenuta dell'eventuale accordo di pace con la Russia. Ma la Germania frena. E' prematuro parlare della partecipazione di truppe tedesche a una forza di pace in Ucraina: ne è convinto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz.

A poche ore dall'inizio del summit di Parigi, da Kassel, durante un evento della campagna elettorale in vista del voto anticipato di domenica prossima, Scholz ha evidenziato come a suo avviso sia affrettato parlare di scenari del dopoguerra in Ucraina con il coinvolgimento di truppe di Paesi europei, dal momento che il conflitto è ancora in atto. "Il focus dovrebbe essere su un Esercito ucraino molto forte, anche in tempi di pace - ha osservato - Questo sarà un compito importante per l'Europa, gli Stati Uniti e gli alleati".

"E le questioni da discutere riguardo il quadro di sicurezza verranno affrontate quando sarà il momento", ha detto ancora. Le sue parole arrivano dopo che il premier britannico Keir Starmer ha affermato che il Regno Unito è pronto a contribuire alle garanzie di sicurezza per l'Ucraina "mettendo le proprie truppe sul terreno se necessario".

Truppe di pace in Ucraina

Dal canto suo il premier britannico Keir Starmer si è invece detto "pronto e disponibile" parlando di 'boots on the ground' per contribuire alla sicurezza dell'Ucraina nel quadro di un accordo di pace. Una pace duratura, è convinto, è "essenziale se dobbiamo dissuadere (il leader russo) Vladimir Putin da un'ulteriore aggressione in futuro".

Prima del summit di Parigi, Starmer ha dunque rimarcato come il Regno Unito sia pronto a contribuire alle garanzie di sicurezza per l'Ucraina "mettendo le proprie truppe sul terreno se necessario". "Non lo dico a cuor leggero - ha scritto su Telegraph - Sento molto forte la responsabilità che deriva dal mettere potenzialmente in pericolo i militari britannici". "Ma - ha aggiunto, come rilanciato anche dalla Bbc - qualsiasi ruolo che contribuisca a garantire la sicurezza dell'Ucraina aiuta a garantire la sicurezza del nostro Continente e la sicurezza di questo Paese". Perché la fine del conflitto innescato dall'invasione russa su vasta scala dell'Ucraina, avviata il 24 febbraio del 2022, "quando arriverà, non potrà diventare semplicemente una pausa temporanea prima che Putin attacchi di nuovo".

Prima di Scholz, il deputato tedesco Jurgen Hardt, esponente della Cdu, aveva invece parlato di un possibile invio di truppe: "Non vogliamo intervenire in questa guerra con le truppe", ma "se c'è una missione di peacekeeping in Ucraina per garantire che tengano cessate il fuoco e pace e se c'è una base chiara di diritto internazionale per questo", io "non possono immaginare che la Germania si tiri fuori", ha detto al programma Today della Bbc.

Anche la Svezia non esclude l'invio di proprie truppe in Ucraina per il mantenimento della pace, ha dichiarato la ministra degli Esteri Maria Malmer Stenergard. Prima, ha sottolineato, è necessario negoziare ''una pace giusta e sostenibile''. Poi, garantire che venga mantenuta, ha detto Malmer Stenergard. ''Dobbiamo prima negoziare una pace giusta e sostenibile che rispetti il diritto internazionale, che rispetti l’Ucraina e che garantisca, soprattutto, che la Russia non possa semplicemente ritirarsi e costruire una nuova forza e attaccare l’Ucraina o un altro paese nel giro di pochi anni'', ha affermato Malmer Stenergard. ''Una volta che abbiamo raggiunto questa pace, dobbiamo mantenerla e il nostro governo non esclude nulla'', ha aggiunto.

"Non vogliamo intervenire in questa guerra con le truppe", ma "se c'è una missione di peacekeeping in Ucraina per garantire che tengano cessate il fuoco e pace e se c'è una base chiara di diritto internazionale per questo", io "non possono immaginare che la Germania si tiri fuori", è quanto ha detto al programma Today della Bbc il deputato tedesco Jurgen Hardt, esponente della Cdu.

Frena anche la Spagna. "Nessuno ci sta pensando adesso" perché "la pace è ancora lontana", ha dichiarato il ministro degli Esteri spagnolo, Jose Manuel Albares. In un'intervista a Onda Cero, Albares ha sottolineato che ora è il momento di pensare a come contribuire all'arrivo della pace. Solo una volta raggiunto questo obiettivo, dovremo vedere "che tipo di pace, che tipo di mandato verrà dato a una possibile forza di peacekeeping e sotto quale bandiera".

A proposito del vertice convocato oggi a Parigi dal presidente francese, Emmanuel Macron, il capo della diplomazia spagnola ha spiegato che l'incontro ha tre obiettivi: "Dimostrare l'unità degli europei in questo momento cruciale, analizzare cosa dobbiamo fare noi europei per garantire una pace giusta e duratura in Ucraina e analizzare cosa ci serve per raggiungere questa pace e garantire la sicurezza europea".

Albares ha chiarito che la posizione europea è che "una guerra di aggressione come quella lanciata da Vladimir Putin in Ucraina non può avere una ricompensa". Ora di fronte a "un nuovo scenario, con nuovi approcci degli Stati Uniti verso l'Ucraina e nelle sue relazioni con i suoi alleati", è logico che gli europei si incontrino e riflettano "per prendere decisioni", ha concluso, aggiungendo che "un modo rapido per raggiungere una pace vera è continuare ad aiutare uno Stato sovrano e il suo governo democraticamente eletto a difendersi".

La posizione della Polonia

La Polonia non ha intenzione di inviare propri soldati in Ucraina a garanzia della sicurezza. Piuttosto, invierà aiuti economici e militari a Kiev. Lo ha dichiarato il primo ministro polacco Donald Tusk a Varsavia, prima di volare a Parigi. "Per quanto riguarda il sostegno della Polonia, non abbiamo in programma di inviare truppe polacche in territorio ucraino", ha detto Tusk ai giornalisti.

La reazione di Mosca

"Il possibile dispiegamento di militari di Paesi della Nato in Ucraina presenterebbe complicazioni significative", ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov commentando l'ipotesi dell'impiego, dopo un cessate il fuoco, una forza composta da soldati di Paesi come la Francia, la Gran Bretagna o altri, dopo che ieri Keir Starmer ha anticipato la disponibilità di Londra a mettere a disposizione un contingente. "Al momento non ci sono state discussioni sostanziali sull'argomento", ha aggiunto.

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