“La dottrina sociale della Chiesa cattolica prevede la legittima difesa, ma questa va esercitata all’interno di alcune condizioni, inquadrando il problema della ‘guerra giusta’ sul piano etico e teologico. Si devono considerare con rigore le strette condizioni che giustificano una legittima difesa a oltranza con la forza militare. Tale decisione, per la sua gravità, è sottomessa a rigorose condizioni di legittimità morale”. Lo sottolinea Riccardo Pedrizzi, presidente del Cts dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) e del Gruppo Lazio della stessa organizzazione, all’indomani delle dichiarazioni di Papa Francesco sui conflitti in Medio Oriente e Ucraina.
“Papa Francesco - spiega Pedrizzi - ha solo ripreso uno dei punti della Dottrina sociale che fa riferimento alla necessità di avviare una negoziazione per finire la guerra. Per resistere a oltranza occorre contemporaneamente che il danno causato dall’aggressore alla nazione o alla comunità delle nazioni sia durevole, grave e certo, che tutti gli altri mezzi per porvi fine si siano rivelati impraticabili o inefficaci e che ci siano fondate condizioni di successo. In più, che il ricorso alle armi per difendersi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare''.
''Nella valutazione di questa condizione ha un grandissimo peso la potenza dei moderni mezzi di distruzione - conclude Pedrizzi - Ecco perché Papa Bergoglio, impegnato fin dall’inizio nella ricerca di una trattativa di pace tra Ucraina e Russia, ha solo rivolto un invito legittimo a Kiev affinché si carichi, con senso di responsabilità e senza alcuna vergogna, il ruolo di apripista per una soluzione che ponga termine alla prosecuzione, a tempo indeterminato, delle ostilità di guerra che al momento non lasciano intravedere alcuna strada per la vittoria”.