I bandi per la tutela della proprietà intellettuale consentono di ricevere contributi a fondo perduto fino all’80% dell’investimento, tuttavia le domande sono tante e i tempi per partecipare stretti. L’Ad dell’azienda padovana Main Tech Renato Pegoraro racconta la sua esperienza vincente: «L’innovazione per noi è fondamentale, ma non avremmo mai potuto sviluppare così rapidamente le nostre invenzioni senza le agevolazioni del bando Brevetti e il supporto di consulenti specializzati».
Padova 14.10.2024 Negli ultimi anni, innovazione e ricerca e sviluppo si sono consolidati come pilastri fondamentali per le piccole e medie imprese italiane, diventando un asset strategico. Nonostante le difficoltà economiche e strutturali che spesso caratterizzano il tessuto industriale nazionale, molte PMI continuano a investire in nuove idee, progetti e tecnologie. Il supporto a questi sforzi viene anche dalle numerose risorse stanziate per tutelare e valorizzare la proprietà intellettuale, tra cui i bandi - promossi dal Mimit -Brevetti+, Marchi+ e Disegni+, in grado di coprire fino all’80% delle spese sostenute, offrendo così un forte stimolo a chi intende proteggere e valorizzare le proprie innovazioni. Tuttavia, nonostante gli incentivi finanziari messi a disposizione, molte PMI faticano a sfruttare appieno queste opportunità, a causa di una serie di sfide pratiche e burocratiche.
Case study: l’esempio di Main Tech
Ecco perché vale la pena di segnalare gli esempi di successo, capaci di fare scuola. Uno dei più virtuosi è quello di Main Tech, azienda padovana (di San Giorgio delle Pertiche) che produce macchinari per il trattamento della plastica. Grazie agli incentivi messi a disposizione, Main Tech, che conta su un fatturato di circa 10 milioni di euro e dà lavoro a una cinquantina di dipendenti, ha potuto registrare brevetti cruciali per la propria crescita.
«Una parte significativa dei nostri utili la riversiamo in ricerca e sviluppo, depositando una media di un brevetto o due all’anno», afferma Renato Pegoraro, Amministratore delegato dell’azienda. «In un quadro del genere, uno strumento come quello del bando Brevetti conta molto:negli ultimi due anni abbiamo ottenuto oltre 260 mila euro di agevolazioni, che ci hanno consentito di valorizzare quanto facciamo di innovativo, di migliorarlo, pubblicizzarlo e di creare un contorno marketing partecipando anche a diverse fiere: tutti fattori che ci hanno aiutato ad aumentare le vendite. Ed è una ruota virtuosa, perché aumentare le vendite significa crescere e crescere significa creare nuovi posti di lavoro».
Nel caso specifico, a essere premiati sono stati alcuni accessori innovativi per la linea di depallettizzatori con rompisacchi ad automazione integrata, per lo svuotamento di sostanze solide e sfuse. «Il sostegno all’innovazione e alla ricerca è indispensabile per la competitività», conclude Pegoraro. «E non meno prezioso per ottenere le agevolazioni è stato necessario il supporto di un’azienda specializzata Ambico Group. Per quanto la tua impresa possa essere strutturata, serve il supporto di consulenti preparati sul tema, abituati a confrontarsi direttamente con gli enti erogatori.».
Le risorse per la proprietà intellettuale delle PMI
Nonostante i numerosi esempi di PMI che hanno saputo sfruttare con successo le agevolazioni, il percorso verso una gestione ottimale della proprietà intellettuale è però ancora lungo. Oltre alle problematiche burocratiche e ai costi elevati, le PMI devono affrontare un contesto competitivo sempre più globalizzato, in cui la tutela delle idee e delle innovazioni è fondamentale per mantenere una posizione di mercato. In quest’ottica, tali fondi rappresentano un’opportunità da non sottovalutare. Tuttavia, come ha sottolineato Jonathan Morello Ritter, Amministratore delegato di Ambico Group, durante un recente incontro con l’Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale (EUIPO), le difficoltà per le PMI non si limitano solo alla mancanza di risorse o alla consapevolezza dell’importanza della proprietà intellettuale: «Le procedure di registrazione sono spesso complesse e poco intuitive, i tempi di attesa lunghi e i costi associati, soprattutto in caso di controversie legali, elevati. Questo scoraggia molte piccole e medie imprese dall’intraprendere il processo di registrazione di marchi e brevetti», afferma Morello Ritter. «Una delle statistiche più significative riguarda il fatto che circa il 90% dei depositi di proprietà intellettuale viene effettuato da grandi aziende e multinazionali, che però rappresentano meno dell’1% delle imprese totali. Dato che evidenzia un gap da colmare urgentemente».
Finanziamenti per brevetti e marchi: opportunità ma con limiti
Nonostante le problematiche burocratiche, le risorse destinate alle PMI per la tutela della proprietà intellettuale sono fondamentali. Ogni anno lo Stato stanzia circa 40 milioni di euro per supportare lo sviluppo di brevetti e marchi. Tuttavia, come evidenziato da Lucio Zaramella, consulente esperto in finanza agevolata presso Ambico Group, «le risorse dovrebbero essere superiori e strutturali. La domanda di contributi, infatti, è molto alta, tanto che i fondi destinati ai bandi si esauriscono rapidamente, spesso nel giro di poche ore dall’apertura dello sportello. Per poter accedere a questi fondi le PMI devono presentare progetti concreti, chiari e con una strategia ben definita, rispettando al contempo tempistiche molto strette». Ed è proprio così: solo con una strategia integrata e un supporto adeguato le PMI italiane potranno trasformare le proprie idee innovative in vantaggi competitivi duraturi.
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