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Il welfare aziendale genera impatto sociale e cresce per 64% pmi

Presentato il Rapporto Welfare Index Pmi 2021 promosso da Generali Italia

(Fotolia)
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09 settembre 2021 | 12.47
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Il welfare aziendale genera impatto sociale: le piccole e medie imprese italiane hanno avuto un ruolo centrale nell’affrontare l’emergenza Covid-19 ed è aumentata la consapevolezza del loro impatto sociale attraverso iniziative di welfare aziendale. Oggi le pmi sono fondamentali per la ripresa e rinascita del Paese e le loro strategie di welfare aziendale sostengono le priorità del Pnrr: salute, donne, giovani, famiglie e comunità. È quanto emerge dal Rapporto Welfare Index Pmi 2021 sullo stato del welfare nelle piccole e medie imprese italiane, promosso da Generali Italia e giunto alla sesta edizione, che ha coinvolto più di 6.000 imprese di tutti i settori produttivi e di tutte le dimensioni.

Il Rapporto è stato illustrato oggi, a Roma, alla presenza di: Andrea Orlando, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Anna Ascani, sottosegretaria al ministero dello Sviluppo Economico; Marco Sesana, Country Manager & Ceo Generali Italia e Global Business Lines; Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura; Gaetano Stella, presidente Confprofessioni; Dario Bruni, delegato del presidente Confartigianato al Lavoro e Bilateralità; Maurizio Grifoni, presidente Fondo Font.Te Confcommercio; Maurizio Stirpe, vicepresidente Confindustria per il Lavoro e le Relazioni industriali; Lucia Sciacca, direttore Comunicazione e Sostenibilità di Generali Italia e membro del Comitato Welfare Index Pmi; Enea Dallaglio, Partner Innovation Team - Gruppo Cerved.

Nell’occasione, è stato assegnato a 105 imprese Welfare Champion il rating 5W (erano 22 nel 2017). L’iniziativa è promossa da Generali Italia con il patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri e con la partecipazione delle principali Confederazioni italiane: Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio. Secondo il Rapporto 2021, il welfare continua a crescere nelle pmi: oltre il 64% delle piccole e medie imprese italiane ha superato il livello iniziale. In 6 anni le imprese con un livello di welfare elevato sono più che raddoppiate, passando dal 9,7% del 2016 all’attuale 21%.

Il Rapporto ha messo in evidenza che per affrontare la pandemia le imprese hanno attuato numerose iniziative di welfare aziendale: in ambito sanitario, dai servizi diagnostici per il Covid-19 (43,8%) ai servizi medici di consulto anche a distanza (21,3%), a nuove assicurazioni sanitarie (25,7%); nella conciliazione vita-lavoro, con maggiore flessibilità oraria (35,8%) e nuove attività di formazione a distanza (39%) e aiuti per la gestione dei figli e degli anziani (7,2%); a sostegno dei lavoratori e delle famiglie, con aumenti temporanei di retribuzione e bonus (38,2%) e sostengo nell’educazione scolastica dei figli (4,8%); ma anche offrendo contributi alla comunità esterna, come donazioni (16,4%) e sostegni al Sistema sanitario e alla ricerca (9,2%).

La gran parte di queste iniziative è tuttora in corso e per il 42,7% delle imprese sono strutturali e permanenti. Inoltre, emerge che il 54,8% delle imprese che hanno inserito il welfare nella strategia aziendale ha registrato ritorni positivi sulla produttività. Guardando al futuro, 2 imprese su 3 intendono rafforzare l’impegno sociale verso i lavoratori (67,5%) e verso gli stakeholder esterni: la comunità locale e la filiera produttiva (63,1%).

Nello specifico, oggi le pmi sostengono le priorità del Pnrr con un impatto su: salute, donne, giovani, famiglie e comunità. Per quanto riguarda la salute, cresce al 92,2% il numero di imprese che mette salute e sicurezza dei lavoratori come valori centrali nella gestione dell’azienda; il 22% hanno già attivato numerose iniziative di salute e assistenza per i lavoratori e i familiari. Sul fronte giovani e occupazione, oltre la metà delle pmi più attive nel welfare ha assunto nuovi lavoratori (51,2% contro la media del 39,8%) contribuendo alla mobilità sociale di donne e giovani. Sulle opportunità di lavoro e di carriera per le donne, la presenza femminile sale al 42% nelle imprese più attive nel welfare contro la media del 32,5%; salgono al 45,5% le donne in posti di responsabilità contro la media del 36,2%. Infine, il 56% delle imprese ha attivato numerose iniziative a sostegno della propria comunità.

Per la prima volta, l’indagine misura l’impatto sociale delle iniziative di welfare aziendale su tutti gli stakeholder: lavoratori, famiglie, comunità, fornitori, consumatori. Si rafforza lo strumento di analisi di Welfare Index Pmi, che valuta 127 variabili per indagare le misure delle iniziative, della capacità gestionale e di performance. Oltre alle iniziative di welfare per i lavoratori e le loro famiglie, il nuovo modello di analisi sviluppato con Cerved Rating Agency ha monitorato l’impegno delle imprese nella tutela dei diritti e delle diversità, la responsabilità verso consumatori e fornitori, e sono state rafforzate le aree dello sviluppo del capitale umano, della tutela delle condizioni di lavoro, del welfare di comunità.

Il nuovo modello è organizzato in dieci aree: 1) Previdenza e protezione, 2) Salute e assistenza, 3) Conciliazione vita-lavoro, 4) Sostegno economico ai lavoratori, 5) Sviluppo del capitale umano, 6) Sostegno per educazione e cultura, 7) Diritti, diversità, inclusione, 8) Condizioni lavorative e sicurezza, 9) Responsabilità sociale verso consumatori e fornitori; 10) Welfare di comunità.

Il modello di analisi Welfare Index Pmi, in questa sesta edizione, è stato arricchito tanto nell’oggetto di indagine quanto nei criteri di misurazione. Per quanto riguarda l’oggetto, sono stati introdotti sia nuovi ambiti di rilevazione sia nuove variabili in ambiti già esaminati. Il nuovo modello è strutturato in dieci aree che accorpano le dodici del modello precedente e le integrano con i nuovi contenuti.

Per quanto riguarda i criteri di misurazione, sono stati introdotti nuovi indicatori che permettono di valutare le attività di welfare aziendale sotto diversi aspetti: Indicatori di iniziativa, che misurano l’ampiezza delle misure di welfare adottate e l’intensità delle iniziative in ogni area; Indicatori di capacità gestionale, che misurano la proattività delle imprese (capacità di intraprendere iniziative proprie, non solo in applicazione dei contratti nazionali), il coinvolgimento dei lavoratori, la comunicazione, la conoscenza delle norme, l’adozione di policy formalizzate con regolamenti e accordi; Indicatori di performance, che misurano i livelli effettivi di attuazione delle iniziative (entità della spesa, ampiezza della popolazione beneficiaria delle attività, esistenza di controlli e certificazioni) e i risultati ottenuti: per esempio indici di sicurezza del lavoro (infortuni), turnover dei dipendenti, indici di parità dei diritti e delle opportunità (quota effettiva di donne nella forza lavoro e in ruoli di responsabilità, quota di giovani nella forza lavoro).

Quest’anno Welfare Index Pmi promuove il valore del welfare aziendale in Europa con la partecipazione alla prima edizione di Sme EnterPrize, l’iniziativa di Generali che premia e valorizza i migliori esempi di business sostenibile sviluppati dalle piccole e medie imprese europee. Durante l’evento internazionale, che si terrà a Bruxelles il 28 settembre, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni europee e dei media, sarà inoltre presentato il White Paper sull’integrazione dei principi di sostenibilità nelle pmi europee, sviluppato da Generali in collaborazione con Sda Bocconi.

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