Una lettera per chiedere al governo di non vietare spostamenti dai comuni nei festivi, nel giorno dell'approvazione del nuovo Dpcm e dopo il via libera al decreto di Natale. Questo quanto fatto da 25 senatori del Pd in una missiva indirizzata al loro capogruppo Andrea Marcucci, si apprende da fonti parlamentari. Circa trenta invece i deputati del Partito democratico, appartenenti a varie aree politiche del Pd, che hanno inviato una lettera al presidente del gruppo Graziano Delrio, chiedendo la possibilità che gli stretti familiari possano spostarsi anche tra Comuni diversi per ricongiungersi durante le festività natalizie. "È un appello al buon senso e privo di qualsiasi polemica per consentire una maggiore mobilità fra i Comuni durante il Natale", è il senso della missiva dei parlamentari che propongono di inserire nel prossimo Dpcm una maggiore flessibilità sul tema mobilità fra Comuni. "Stiamo ancora raccogliendo le firme - spiega un deputato all'Adnkronos - contiamo di arrivare a 40 stasera". Il gruppo dem a Montecitorio conta 90 parlamentari. La lettera a Delrio, si spiega, è stata sottoscritta da deputati di varie aree: alcuni di Base Riformista, altri dell'area che ha riferimento a Maurizio Martina fino ai Giovani Turchi di Matteo Orfini. "E' un'iniziativa trasversale", si fa sapere.
Nella lettera dei senatori dem si chiede di “attivarsi con il Governo affinché lo spostamento tra Comuni nelle giornate del 25,26, 1 gennaio, possa avvenire per consentire a persone che vivono in comuni medio piccoli di ricongiungersi per poche ore con familiari che abitano in altri Comuni”. I 25 senatori (sui 35 che compongono il gruppo a palazzo Madama) che hanno sottoscritto la lettera sono: Alfieri, Bini, Biti, Cirinnà, Collina, D'Alfonso, D'Arienzo, Fedeli, Ferrari, Ferrazzi, Giacobbe, Iori, Laus, Manca, Messina, Nannicini, Parrini, Pittella, Rojc, Rampi, Stefano, Taricco, Vattuone, Valente, Verducci.
Alla missiva dei colleghi dem ha risposto il capogruppo Pd a Palazzo Madama Marcucci: "Mi rivolgo al Premier Conte: cambi le norme sbagliate inserite nel decreto sulla mobilità comunale del 25, 26 e 1 gennaio. Lo chiedono le Regioni e 25 miei colleghi senatori del Pd", ha affermato. "Non è una questione di poco conto, riguarda milioni di famiglie che abitano in zone limitrofe, divise soltanto dai confini del proprio Comune. Bisogna, a mio avviso, rendere possibile, nel rispetto delle norme, i ricongiungimenti familiari ed affettivi anche solo per poche ore. Servirebbe anche non discriminare tra attività economiche di città ed attività economiche di Paese".
LA LETTERA - "Ti scriviamo per segnalarti una preoccupazione non solo nostra, bensì sollecitati in queste ore da tanti cittadini e amministratori locali", il testo della lettera dei 25 senatori.
"Riteniamo che alcune misure come quella relativa al divieto di spostamento tra comuni nella giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021, debbano essere improntate non solo al necessario principio di precauzione ma anche ai principi di ragionevolezza e di equità. Ciò all'esclusivo fine della comprensione, condivisione e osservanza della norma da parte dei cittadini cui chiediamo sacrifici dal mese di marzo", recita la missiva, che continua: "Il profondo convincimento della necessità che le suddette misure - proseguono i senatori Pd- siano vissute e percepite dai cittadini non solo come necessarie, ma anche come giuste e ragionevoli, ci porta a chiederti di attivarti presso il Governo affinchè la possibilità che lo spostamento tra comuni" nei 'super festivi' possa avvenire "anche per consentire a persone che vivono in comuni medio-piccoli di ricongiungersi per poche ore con familiari che abitano in altri comuni".
"Ti sarà infatti evidente come questo problema non si pone, o si pone molto meno, per coloro che vivono nelle città o comuni più grandi dove, con ogni probabilità, sono presenti i familiari stretti con i quali quindi è possibile ritrovarsi per le festività natalizie. La norma in questione, così come formulata, rischia di essere inevitabilmente foriera di disparità di trattamento".
IL RETROSCENA - Una posizione personale? Con la lettera il capogruppo Marcucci risponde alle ricostruzioni su una sua battaglia in solitaria dentro il Pd sulle misure del Dpcm, con una 'prova di forza'. "Esclusi i tre membri del governo, hanno firmato tutti meno i senatori dell'area Franceschini...", fanno notare fonti parlamentari. Non hanno firmato Mirabelli, Rossomando, Pinotti, Astorre, Boldrini, Zanda oltre ai tre al governo 'superpartes': Misiani, Malpezzi e Margiotta.
Insomma, quella di Marcucci viene letta come una risposta implicita a chi, appunto, aveva parlato di 'posizione personale' a proposito del duro scontro ieri in Senato nella riunione dei capigruppo con il ministro Roberto Speranza e Federico D'Incà. Riunione che aveva visto proprio Marcucci sulle barricate per chiedere una linea meno dura nelle misure del Natale specie per il capitolo spostamenti. Così come ha chiesto fino all'ultimo, ancora ieri notte in Cdm, Italia Viva costretta poi a capitolare.
ITALIA VIVA - All'iniziativa dei senatori del Partito Democratico si accompagnano infatti le critiche mosse da un'altra fetta della maggioranza. Dalle file di Italia Viva, arrivano le considerazioni di Luigi Marattin e Davide Faraone. "Non permettere alla gente di andare a Natale ad abbracciare i propri genitori anziani secondo me è una sciocchezza. Glielo dico proprio sinceramente. Ma senza nessun pelo sulla lingua ……", dice in particolare Marattin, intervenuto ad Agorà, sul tema degli spostamenti, "Ma dire che in un comune come Milano, come Roma, che è il più grande d’Italia, ci si può spostare da Ostia a qui e in un comune di 5 mila abitanti non si può andare, non si favorisce il ricongiungimento familiare il giorno di Natale, se dovesse essere questa la decisione finale, secondo me sarebbe una sciocchezza".