“Francesco Cossiga è stato indubbiamente una personalità politica di rilievo del dopoguerra italiano. Un uomo di Stato a cui si deve una visione originale della lotta politica ed un’indubbia predisposizione per il cambiamento e l’adeguamento delle nostre istituzioni democratiche. Sul piano politico, pur avendo militato nella democrazia cristiana, si potrebbe dire che la sua cultura fu di impronta liberale e progressista”. Così all’Adnkronos Bobo Craxi ricorda Francesco Cossiga, a dieci anni dalla sua scomparsa.
“Personalità certamente complessa, più incline alla manovra che non alla lineare condotta nonostante egli, per indole, acquisì col tempo e l’esperienza un atteggiamento schietto ed aperto. Fu un perfetto garante ed esecutore degli equilibri politici della guerra fredda e si mosse con spregiudicatezza ed una dose massiccia di ambiguità", spiega.
"Difficile stabilire -continua Craxi- quale fu il suo ruolo attivo a cavallo della crisi del 92/94 perché si trovò ad un tempo di fianco e complice del cambiamento traumatico ed al tempo stesso sviluppo una forte e concreta solidarietà nei confronti della classe dirigente della Prima Repubblica che fu spazzata via".
"Ho un ricordo personale che mi continua a muovere molto affetto per la sua persona, fu, nella sua ambiguità proverbiale, leale e sleale nei confronti di mio padre Bettino verso il quale nutriva sentimenti di reale stima e considerazione che furono sempre ricambiati”, conclude Craxi.