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Vince Bonaccini, Pd primo partito in Emilia

Il presidente uscente al 51,4 contro il 43,6% di Borgonzoni: "Grande soddisfazione" (VIDEO). Lo spread va giù. Partito democratico al 34,69% seguito dalla Lega al 31,95. Crollo M5S (4,74%). In Calabria vince Santelli

(FOTOGRAMMA)
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27 gennaio 2020 | 07.25
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Stefano Bonaccini riconquista l'Emilia-Romagna. Con 4.520 sezioni scrutinate su 4.520, il presidente uscente ottiene il 51,42 contro il 43,63% della candidata del centrodestra, Lucia Borgonzoni. A seguire Simone Benini (M5S) con il 3,48.

In Calabria, invece, Jole Santelli è stata eletta presidente della Regione Calabria con il 55,20% dei voti. Pippo Callipo, candidato civico per il centrosinistra, si è fermato al 30,14%. Francesco Aiello, del Movimento 5 Stelle, ha raggiunto il 7,35% e il civico Carlo Tansi il 7,22%.

E comincia a delinearsi la composizione della nuova Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna. Il Partito democratico, con il 34,69%, è il primo partito, seguito dalla Lega al 31,95%. Al terzo posto Fratelli d'Italia con l'8,59%. Seguono la lista 'Bonaccini presidente' al 5,76%, il Movimento 5 Stelle al 4,74%, la lista 'Emilia Romagna coraggiosa, ecologista progressista' al 3,77%, Forza Italia al 2,56%.

Per quanto riguarda le coalizioni, le liste del centrosinistra hanno ottenuto nel complesso il 48,12%, dato inferiore rispetto a Stefano Bonaccini, che ha vinto con il 51,42%; quelle di centrodestra il 45,41%, dato che supera i voti della candidata Lucia Borgonzoni, al 43,63%.

BONACCINI - A Bologna, il presidente dem dell’Emilia-Romagna è arrivato in piena notte in viale Aldo Moro, con i seggi ancora impegnati nello scrutinio, sottolineando la sua "soddisfazione per un risultato straordinario: partivamo con 7-8 punti sotto alle Europee, vuol dire che abbiamo fatto una cavalcata in pochi mesi che ha fatto recuperare tantissimo".

E nel riprendere possesso della sede della Regione, che negli ultimi 5 anni l’ha visto governatore, non risparmia una stoccata al Carroccio: "Spero sia di insegnamento alla Lega, che ha cercato di trasformarla in una battaglia Salvini contro Bonaccini che aveva anche poco senso. Sarebbe stata Bonaccini contro Borgonzoni, ma hanno voluto trasformarla in Salvini contro Bonaccini e ha vinto Bonaccini". Anzi, precisa, "spero sia di insegnamento alla Lega, c'è qualche segretario della Lega in Emilia-Romagna che spero mi chieda anche scusa delle cose che ha detto in questi mesi".

Per Bonaccini, qualche voto è arrivato anche da destra: "Da qualcuno a cui questa propaganda leghista non è piaciuta per niente". Il voto disgiunto, poi, ha avuto un peso: "Sicuramente ha portato un beneficio, più che in passato. In particolare tanti esponenti dei 5 Stelle hanno invitato a usarlo. Sapendo che con la legge elettorale non avrebbero vinto, gran parte di loro ha pensato che non era indifferente se vincevo io o la mia avversaria".

Questa vittoria del centrosinistra, sottolinea ancora il presidente rieletto, insegna come "si possa fare una coalizione senza necessariamente, nel centrosinistra, litigare; che la si possa allargare a tanto civismo che per la prima volta prende responsabilità per provare a governare; che bisogna avere l’ambizione di immaginare che c’è molta più gente di quella che pensiamo, e ce l’hanno detto anche le sardine, che non vuole una politica solo di rabbia, odio, incitamento, urla".

"La Lega - spiega Bonaccini - mi pare abbia interpretato un cambiamento per pensare ad altro, più che all’Emilia-Romagna". Un grande contributo, riconosce, va appunto alle sardine. E non solo per l’alta affluenza che si è registrata, pari al 67,68%: "Le sardine sono arrivate da poche settimane e sono state un fatto nettamente positivo, perché hanno dimostrato che non solo Salvini riempiva le piazze - spiega -. Hanno dimostrato di riempire le piazze e che c’era tanta più gente di quella che pensavamo che aveva voglia di partecipare. Il centrosinistra non li chiamava più, quindi era difficile ritrovarli da qualche parte". Il passo successivo, quindi, per il governatore confermato, sarà formare una Giunta. E, assicura Bonaccini, "non sarà questione di mesi". I primi punti in programma? "Un nuovo Patto per il Lavoro, accompagnato da un Patto per il Clima".

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