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La provocazione di Grillo: "E se togliessimo il voto agli anziani?"

Il fondatore e garante del M5S torna sul tema sul suo blog. Lino Banfi all'Adnkronos: "Il parere dei nonni è importantissimo"

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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18 ottobre 2019 | 11.20
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Sulla possibilità di allargare il diritto di voto anche ai giovani dai 16 anni in su, Beppe Grillo si è espresso con parole chiare anche dal palco di Italia 5 Stelle. Oggi il fondatore e garante del M5S torna sul tema dal suo blog, con un titolo che suona come una provocazione: "Se togliessimo il voto agli anziani?".

Grillo torna su una proposta già ampiamente discussa dal filosofo ed economista belga, Philippe Van Parijs, "l’idea - spiega in un lungo post - nasce dal presupposto che una volta raggiunta una certa età, i cittadini saranno meno preoccupati del futuro sociale, politico ed economico, rispetto alle generazioni più giovani, e molto meno propensi a sopportare le conseguenze a lungo termine delle decisioni politiche. In tal caso, i loro voti dovrebbero essere eliminati del tutto, per garantire che il futuro sia modellato da coloro che hanno un reale interesse nel vedere realizzato il proprio disegno sociale. Gli elettori sono, in larga misura, guidati dal proprio interesse personale, e l’affluenza relativamente bassa degli elettori più giovani può essere in parte causata dal sentirsi alienati da un sistema politico gestito da persone che non considerano della loro stessa natura".

"Se un 15enne non può prendere una decisione per il proprio futuro, perché può farlo chi questo futuro non lo vedrà?", si domanda dunque Grillo, snocciolando i dati dell'Istat e tracciando così la fotografia di un Paese dalle tempie grigie. E soffermandosi su casi concreti, come per la Brexit, "la maggior parte dei giovani ha votato chiaramente per restare in Europa. Gli over 50 hanno votato il contrario, preferendo quindi un futuro che le nuove generazioni non vogliono", rimarca il garante M5S.

"Le decisioni prese dalle generazioni più anziane influenzano gli interessi delle generazioni più giovani e non ancora nate. Ma privare il diritto al voto dei cittadini più anziani sarebbe giusto?", domanda dunque Grillo. "La prima opposizione sarebbe quella della discriminazione, fondata sull’età. Ma è falso, affinché vi sia discriminazione vi deve essere un trattamento diverso tra due o più gruppi/identità basato su alcune caratteristiche arbitrarie. In questo caso, le politiche differenziate per età non dividono la popolazione in due o più gruppi, poiché tutti, alla fine, diventiamo anziani. Quindi non c’è ingiustizia", a detta del fondatore del Movimento.

"Gli anziani non sono un gruppo che può essere discriminato, come per sesso, etnie, o scelte sessuali, tutti diventiamo ugualmente anziani - osserva Grillo - Pertanto, una regola che tratta gli anziani in modo diverso dal resto della popolazione, influenzerà tutti allo stesso modo. Con un preavviso sull’attuazione di 5 anni, ad esempio, anche gli anziani di oggi non si sentirebbero messi in castigo".

"Le generazioni non nate sono, sfortunatamente, incapaci di influenzare le decisioni che prendiamo qui ed ora - conclude - Tuttavia, possiamo migliorare il loro destino spostando il potere decisionale verso chi tra noi dovrà interagire con loro. Il dibattito è aperto".

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