Istituita dalla Regione Emilia-Romagna e formalizzata dal Partito democratico, da Sinistra italiana e da Silvia Prodi (Misto)
Dopo i fatti di Bibbiano, l'Assemblea legislativa regionale ha formalizzato l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul sistema di tutele dei minori in Emilia-Romagna, i cui lavori termineranno entro la fine della legislatura in corso. L'iniziativa, annunciata nei giorni scorsi dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, è stata formalizzata dal Partito democratico, da Sinistra italiana e da Silvia Prodi (Misto).
All'inizio di luglio la Lega nord e Fratelli d’Italia avevano avanzato la richiesta di istituire una commissione d’inchiesta sul sistema regionale degli affidi, sulla rete dei servizi e sull’attività degli educatori e degli assistenti sociali. Hanno votato a favore dell'istituzione della commissione speciale d'inchiesta Pd, Si, Misto, Lega, M5s e Fi, mentre Fdi non ha partecipato al voto.
"E’ la Regione Emilia-Romagna la prima che vuole verità e chiarezza sulla vicenda della Val d’Enza. L’istituzione della Commissione d’inchiesta rappresenta un’assunzione di responsabilità da parte della politica, segnale che io stesso avevo chiesto invitandola a non dividersi sui bambini. Ringrazio quindi l’Assemblea legislativa che ha accolto l’invito a dare un contributo di ulteriore chiarezza, in primo luogo nell’interesse esclusivo delle famiglie e dei bambini alle prese con una vicenda drammatica, e poi di tutto il sistema di servizi a tutela dell’infanzia". Così il presidente della Regione Emilia-Romagna Bonaccini, dopo il varo.
"Ribadisco l’auspicio che le speculazioni e la campagna d’odio portate avanti finora da più parti possa finire. E’ la magistratura - sottolinea Bonaccini - chiamata a indagare e sarà il processo a stabilire chi, eventualmente, avrà commesso reati e a perseguirli fino in fondo. Noi, istituzioni e amministratori, siamo chiamati in primo luogo a dare risposte che rafforzino il sistema di tutela e protezione dei minori e delle famiglie, analizzando ogni aspetto possibile degli attuali meccanismi e delle attuali procedure, compreso tutto ciò che riguarda gli affidi, andando oltre le competenze regionali, sapendo che su questo operano i servizi sociali, la magistratura minorile, i Comuni. Insieme, allora, facciamo piena luce, per arrivare a chiudere ogni falla possibile".
"Il lavoro dei consiglieri regionali nell’ambito della Commissione d’inchiesta si affiancherà, ma su piani assolutamente diversi, a quello delle autorità inquirenti e a quello della Commissione tecnica che come Giunta regionale abbiamo istituito il 13 luglio scorso, composta da esperti di provata esperienza e competenza. Capire e ragionare sul funzionamento di sistemi e servizi pubblici è compito della politica - conclude il presidente della Regione -. Facciamolo, però abbassiamo i toni, nel rispetto innanzi tutto del dolore di tante persone, mantenendo allo stesso tempo alta la vigilanza e l’impegno affinché quanto prima sia fatta luce. Da parte nostra, come Regione Emilia-Romagna, vogliamo dare un contribuito concreto in questa direzione".
Le opposizioni hanno comunque criticato la maggioranza "per i ritardi nell’istituire questa commissione speciale". "Solo in forza delle nostre pressioni - rimarca Stefano Bargi (Lega) - si è arrivati a questa decisione, finalizzata prioritariamente a fare luce sul sistema dei servizi sociali in materia di infanzia e sul sistema degli affidi in Emilia-Romagna". Per Gian Luca Sassi (Misto) l'utilità della commissione d'inchiesta risiede "nella possibilità di ragionare sui fatti di Bibbiano mediante l'analisi di documenti ufficiali e al riparo da strumentalizzazioni e spettacolarizzazioni".
Giulia Gibertoni (M5s) invoca la commissione per verificare "quanto sia estesa la degenerazione che ha inquinato il sistema dei servizi sociali e per approntare i dovuti correttivi a politiche sociali che sono state piegate da troppi soggetti a meri interessi economici di parte senza che la Regione sia stata in grado di svolgere i dovuti controlli". Per Gabriele Delmonte (Lega) la commissione è "essenziale per rilevare le carenze nel sistema dei controlli sulla gestione dei servizi sociali". Auspica, però, che la stessa abbia un canale preferenziale per quanto riguarda l'agenda dei lavori e l'accesso a documenti nonché la potestà di convocare in audizione tutti i soggetti che riterrà opportuno sentire.
Andrea Galli (Fi) ribadisce la necessità della commissione d'inchiesta per la gravità dei fatti oggetto dell'inchiesta ‘Angeli e demoni’, dalla quale emerge "una distorsione dell'operato dei servizi sociali che andrà attentamente verificata". Per Michele Facci (Fdi) la maggioranza di centro-sinistra "arriva in ritardo a proporre l'istituzione della commissione sulla spinta dell'opinione pubblica e rincorrendo le opposizioni di destra". Nell'elencare i capi d'imputazione contenuti nell'inchiesta della magistratura, che chiamano pesantemente in causa le procedure amministrative e di gestione dei servizi sociali, Facci ribadisce la necessità di "effettuare le verifiche politiche e istituzionali che competono all'Assemblea legislativa tramite l'istituzione della commissione".
Gli fa eco Fabio Callori (Fdi), che rimarca come sia sufficiente "una relazione dei servizi sociali per cambiare la vita a soggetti fragili come bambini e anziani". Inoltre, punta il dito contro la formazione degli operatori dei servizi sociali e contro il sistema delle convenzioni, rivelatosi troppo permeabile a interessi privati. Gian Luigi Molinari (Pd) ha riaffermato la volontà del Pd di "andare fino in fondo".
Paolo Calvano (Pd), nel ricordare come il presidente della Regione abbia costituito una commissione tecnica appena si è avuta notizia dell'inchiesta giudiziaria, critica l'approccio delle opposizioni, teso in buona sostanza a "dipingere i servizi sociali della regione come distorti se non deviati". Per Massimiliano Pompignoli (Lega) i fatti di Bibbiano sono solo "la punta dell'iceberg" e per questo il leghista auspica "un controllo capillare sul sistema degli affidi e sull'operato dei servizi sociali. La commissione d'inchiesta, pur avendo scarsi poteri, potrà effettuare un'analisi sul funzionamento dei servizi che si rivelerà utile purché non la si carichi di aspettative".
Raffaella Sensoli (M5s) auspica "piena collaborazione tra la commissione tecnica e quella speciale d'inchiesta, sottolineando come le crepe nel sistema degli affidi e dei servizi a favore dell'infanzia siano probabilmente dovute al calo d'attenzione generato dal mito dell'eccellenza su cui ci si è eccessivamente adagiati". Per Silvia Prodi (Misto) la commissione è un segnale di attenzione e assunzione di responsabilità che la politica intende manifestare a tutela dei minori e nel rispetto della società regionale.
Andrea Bertani (M5s) illustra un emendamento per circoscrivere l'attività della commissione al fine di massimizzarne l'efficacia e i risultati. La proposta viene accolta. Giancarlo Tagliaferri (Fdi) evidenzia come "alla base di molti fatti di Bibbiano sia presente l'adesione di svariati operatori indagati all'ideologia Lgbt, che avrebbe portato a reiterati affidi a coppie omosessuali. Dunque, la commissione avrà il compito anche di restituire dignità a questi bambini e alle loro famiglie". Per Igor Taruffi (Si), pur nel pieno rispetto delle indagini della magistratura, la commissione servirà anche per "uscire dalla criminalizzazione del sistema di welfare regionale andata in scena nelle ultime settimane".