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M5S verso l'accordo con Farage

A quanto apprende l'Adnkronos l'intesa sarebbe vicinissima. L'obiettivo sarebbe quello di tornare a sedere nel gruppo Efdd. "We will see", commenta il leader del Brexit Party

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)
10 giugno 2019 | 16.29
LETTURA: 3 minuti

di Ileana Sciarra

A quanto apprende l'Adnkronos, sarebbe vicinissimo l'accordo tra il M5S e il Brexit Party di Nigel Farage, grande vincitore alle recenti elezioni europee con il 31,6% delle preferenze. Obiettivo, tornare a sedere nel gruppo Efdd, quello in cui i 5 Stelle e il partito di Farage convivevano nella scorsa eurolegislatura.

Un'opzione, questa, tutt'altro che scontata per il partito britannico che ha preso il posto dell'Ukip, visto che c'erano molte voci sulla possibile fuoriuscita del partito di Farage, che rappresenta un grosso boccone grazie ai suoi 29 seggi e i gruppi sovranisti e conservatori pronti ad accoglierlo a braccia aperte. Ma nei giorni scorsi è stato lo stesso Farage a prendere le distanze, ad esempio, dalla Lega, con un "noi siamo più centristi". L'Efdd, a ben guardare, non ha i numeri per fare gruppo in Europa -occorrono almeno 25 eletti ma di ben 7 Paesi diversi - ma è probabile che alla fine si peschi dai gruppo dei 'non iscritti' e degli 'others' per risolvere la questione.

Nei 5 Stelle la linea ufficiale mette a tacere le voci prima di chiudere definitivamente: "Abbiamo tante opzioni sul tavolo", viene assicurato. Ma in realtà la stretta di mano con Farage sarebbe a un passo. Oltretutto per il Movimento -fallito il tentativo di un gruppo nuovo ed autonomo- tolta l'opzione Efdd sarebbe alto il rischio di finire tra i 'non iscritti', con tutte le conseguenze del caso, ovvero meno risorse economiche e nessun 'peso' in Europa. Nei mesi scorsi, a quanto si apprende, ci sarebbe stato anche qualche abboccamento con il Ppe, poi naufragato. Finito in un vicolo cieco anche il sondaggio con i conservatori di Ecr.

Quella con Farage sembra la soluzione a portata di mano anche se con un 'ma' di non poco conto. Ovvero lo spettro della Brexit, che, salvo nuovi rinvii, porterebbe il Brexit Party fuori da Strasburgo il 31 ottobre. Chiudere ora con Farage consentirebbe tuttavia al M5S di uscire dalle secche e riprendere fiato. Una soluzione 'tampone' di non poco conto.

Il 'matrimonio' tra Farage e i 5 Stelle è stato, nella scorsa eurolegislatura, piuttosto travagliato. Partito con non poche difficoltà a causa dello scetticismo degli eletti nelle file del Movimento verso l'euroscettico Ukip, ha alle spalle persino un tentativo di divorzio fallito miseramente. Nel gennaio 2017 il blog di Grillo, a sorpresa, lanciò una votazione online chiedendo alla base se lasciare o meno l'Efdd, dove il M5S conviveva con Farage, per entrare nell'Alde.

Il 78,5% dei votanti disse sì, favorevole a mollare l'Ukip e a dire addio all'Efdd. Ma il capogruppo dell'Alde, l'ex premier belga Guy Verhofstadt, disse no all'alleanza, voltando le spalle al M5S costretto a restare nell'Efdd. Che oggi sembra essersi trasformato in un'ancora di salvezza per il Movimento, con Farage pronto a cancellare le tensioni del passato per tornare a convivere insieme in Europa. Brexit permettendo.

LA REAZIONE DI FARAGE - "Grazie per l'informazione", dice, ridendo, il leader del Brexit Party, Nigel Farage, contattato telefonicamente dal quotidiano online Affaritaliani.it. "Voi ne sapete più di me e ho grande rispetto per la professionalità della stampa italiana", afferma Farage. E alla domanda diretta se sia vero che ci sia un accordo tra il Brexit Party e i 5 Stelle, risponde con un "vedremo, vedremo..." aggiungendo ironico: "Le negoziazioni a Bruxelles sono sempre in uno stato di fluttuazione e di incertezza...". Appunto, "we will see...".

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