di Federica Mochi
Tutti la temono, nessuno prova a invocarla. Eppure, se
Di Maio e Salvini non riusciranno a rispettare l'ultimatum lanciato ieri da Conte (che messo sul tavolo le proprie dimissioni qualora i due vice dovessero continuare con le provocazioni) il fantasma della crisi diventerebbe reale e il rischio di dover tornare alle urne subito dopo l'estate sarebbe concreto. A quel non ci sarebbero alternative e si andrebbe a elezioni subito, a fine luglio o - più probabilmente - a settembre. Ma quali sono le date possibili? E quali i tempi da rispettare?
I TEMPI - Il tempo minimo in Italia per indire le elezioni politiche è di un mese e mezzo. Il decreto del presidente della Repubblica con il quale si stabilisce la data del voto deve infatti essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale entro il 45esimo giorno antecedente quello delle consultazioni. Bisogna poi considerare il voto all'estero per organizzare il quale servono almeno 60 giorni. Altro timing importante è poi quello della presentazione delle liste che deve avvenire entro 30 giorni dal voto.
IMPROBABILE VOTO A LUGLIO - Le elezioni a fine luglio, con gli italiani già in vacanza, appare un'ipotesi di scuola. A conti fatti, le prime date utili sarebbero quelle del 28 luglio o del 4 agosto perché è impossibile sperare in tempi tecnici più brevi. L'ipotesi di votare a luglio o peggio la prima settimana di agosto - quindi di fatto in piena estate - renderebbe difficile agli elettori l'esercizio del voto. La Costituzione prevede poi che la prima riunione delle Camere abbia luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni. Se si votasse il 28 luglio quindi deputati e senatori dovrebbero riunirsi entro sabato 17 agosto. Impossibile.
ELEZIONI A SETTEMBRE - L'altra opzione sul tavolo è quella di tornare alle urne in autunno. La prima data possibile dopo l'estate, considerando che se fossero fissate prima i termini per la presentazione delle liste elettorali cadrebbero a ridosso di Ferragosto, sarebbe il 15 settembre. In questo caso le Camere dovrebbero essere sciolte entro il 15 luglio. Le urne potrebbero essere aperte anche il 22 o il 29 settembre. Anche se per quest'ultima data (29 settembre) sarebbe troppo tardi. Il 30 settembre deve essere presentato alle Camere il Def, il documento di Economia e Finanza con gli obiettivi di politica economica che lo Stato deve poi inviare a Bruxelles entro il 15 ottobre. A quel punto, non ci sarebbero i tempi per elaborare la manovra che va approvata dalle Camere entro il 31 dicembre per scongiurare l'esercizio provvisorio.