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Strage Corinaldo, l'imputato: "Mi drogavo e mi sentivo Dio, chiedo scusa"

Lo ha detto in aula, rivolgendosi al giudice Paola Moscaroli, Souhaib Haddada, fra i sei imputati nel processo per la strage: "Giudicatemi per ciò che ho fatto"

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30 luglio 2020 | 12.57
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dall’inviata Silvia Mancinelli

"All’epoca mi sentivo il Dio del mondo, facevo uso di droghe, ma chiedo scusa. Vorrei essere aiutato". Lo ha detto in aula, rivolgendosi al giudice Paola Moscaroli, Souhaib Haddada, imputato nel processo per la strage Corinaldo in corso oggi al Tribunale di Ancona. "Non posso far niente per chi non c’è più - ha detto - ma non sono responsabile di quanto accaduto. In questo anno di detenzione ho avuto la possibilità di ravvedermi e spero mi giudichi per quello che ho fatto e non per quello che non ho fatto".

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