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Ponte Morandi, "rapporti falsificati": arresti e perquisizioni

Nei confronti di dirigenti e tecnici di Autostrade per l'Italia e Spea Engineering. Eseguiti sequestri negli uffici

(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)
13 settembre 2019 | 12.03
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Nove misure cautelari nei confronti di dirigenti e tecnici di Autostrade per l’Italia s.p.a. e Spea Engineering s.p.a. sono state eseguite dai militari della Guardia di Finanza di Genova coordinati dalla locale Procura della Repubblica. Si tratta di tre arresti domiciliari e sei misure interdittive dal pubblico servizio e dal divieto temporaneo di esercitare attività professionali a favore di soggetti pubblici o privati, con contestuali perquisizioni negli uffici delle persone colpite.

L’attività scaturisce dall’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi del 14 agosto 2018, nell’ambito della quale sono emersi numerosi elementi indiziari in ordine ad una presunta attività di falso, relativa alle relazioni concernenti le condizioni e le criticità di ulteriori viadotti autostradali, per le quali la Procura di Genova ha aperto un nuovo procedimento penale, nei confronti di dirigenti e tecnici appartenenti ad Autostrade per l’Italia S.p.A. e Spea Engineering S.p.a..

Gli approfondimenti effettuati hanno fatto emergere gravi indizi di colpevolezza in ordine ad atti pubblici redatti da pubblici ufficiali ed afferenti alle attività di controllo sui viadotti Pecetti (A26) e Paolillo (A16), reiterati anche successivamente al crollo del Ponte Morandi, per i quali sono state emesse le ordinanze di oggi.

In alcuni casi, sono emerse falsificazioni e omissioni concordate, finalizzate ad occultare agli ispettori del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti elementi rilevanti sulla condizione dei manufatti ed il loro stato di conservazione, in occasioni di attività ispettive e nell’ambito della vigilanza ministeriale, che avrebbero comportato una verifica globale dell’opera ed altre misure precauzionali.

Cinque dei 9 indagati, in particolare, - Maurizio Ceneri, responsabile del Cnd di Spea Engineering, Gaetano Di Mundo, responsabile Utsa Spea 8 tronco Bari, Francesco D'Antona, dipendente Utsa Bari, Luigi Vastola, responsabile operativo direzione 8 tronco aspi e Gianni Marrone, direttore 8 tronco Asoi - "attestavano falsamente nella relazione relativa agli accertamenti svolti sulle condizioni di sicurezza del viadotto Paolillo quanto accertato in relazione alle condizioni del viadotto indicato omettendo elementi rilevanti per la valutazione della sicurezza strutturale e per il mantenimento della circolazione stradale". In particolare - si legge ancora - omettevano di riferire nell'atto di avere accertato che la realizzazione del viadotto era avvenuta in modo difforme dal progetto esecutivo, dalle relazioni di calcolo a quanto allegate e dalla contabilità finale dei lavori e che pertanto tali documenti nulla potevano garantire in ordine alla sicurezza statica del manufatto".

L'INTERCETTAZIONE - "Più andiamo oltre e più rosicchiamo i margini di sicurezza... quindi... non ci possiamo più permettere di avere aleatorietà... soprattutto perché siamo tutti consapevoli che nessuno ha fatto la tac a quel viadotto...- E' un viadotto che ha delle problematiche... alcune sono manifestate... noi lo abbiamo preso in conto... ma ce ne saranno delle altre...". Così Andrea Indovino, addetto all'ufficio Controlli Strutturali di Spea Engineering, al telefono con la responsabile della sorveglianza del'Utsa di Genova in una intercettazione riportata nell'ordinanza del Gip Angela Maria Nutini. E ancora, aggiunge che "Ferretti (Torricelli Lucio, responsabile della Direzione Opere d'arte di Spea Engineering, ndr) gli ha detto di rimandare tutto al mittente (Autostrade) e che non l'hanno fatto - scrive il giudice - solo perchè il mittente che c'è dietro è 'pesante': Io gli ho fatto presente - dice Indovino - Guarda che dietro c'ho un mittente pesante...'".

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