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+Europa, Calenda: "Polemica su finanziamento Soros incomprensibile"

"Azione non accetta soldi esteri"

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02 novembre 2022 | 09.50
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"Con tutta franchezza non comprendo questa polemica. @Piu_Europa ha sempre rivendicato di avere come finanziatore principale Soros. Ed è noto che Soros, già dalle precedenti europee sosteneva l’esigenza di un listone unico antidestra. Fine". Lo scrive su Twitter Carlo Calenda, rilanciando l'intervista di Benedetto Della Vedova sui finanziamenti di Soros a +Europa.

"Tanto che Soros non aveva finanziato PiùEuropa quando si era presentata da sola alle europee. Per policy @Azione_it e i suoi candidati non accettano finanziamenti diretti o indiretti da entità estere. Ma non ho nulla contro Soros che si batte vs sovranisti in tutta Europa", aggiunge il leader di Azione.

DELLA VEDOVA: "CALENDA VANEGGIA" - "Alcuni candidati di +Europa hanno ricevuto finanziamenti da Soros. Contributi diretti pubblici, che saranno pubblicati secondo la legge e che rivendichiamo politicamente", le parole di Benedetto Della Vedova, a 'Repubblica', a proposito dei finanziamenti a +Europa. Perché Carlo Calenda allora vi accusa di sottostare al diktat di Soros e per questo di essere rimasti nella coalizione di centrosinistra con Enrico Letta? "Calenda vaneggia", replica il segretario di +Europa che poi tra le altre cose aggiunge: "Evocare un nostra poca trasparenza come fa Calenda è al limite della querela. Il patto sottoscritto era stato materialmente redatto da Calenda. Siamo delle persone serie. Manteniamo fede ai nostri accordi. E la logica di quel patto era tutta politica: europeismo, continuità con Draghi e, vista la legge elettorale maggioritaria, la scelta della strada più efficace contro Salvini e Meloni".

Della Vedova spiega ancora: "Forse è Calenda che fa politica sulla base delle richieste dei suoi finanziatori. Problemi suoi. Noi facciamo politica per convinzione e non per convenienza, al punto di sfidare la soglia del 3%. Era davvero la cosa meno conveniente che potessimo fare mantenere l’alleanza, se avessimo ragionato sulla base dell’interesse di partito".

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