cerca CERCA
Giovedì 23 Gennaio 2025
Aggiornato: 21:52
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Insulti e minacce a Segre, in 12 a rischio processo. Archiviato caso Rubio

Pm Milano chiede di non procedere per lui e altri 16

Liliana Segre - (Fotogramma)
Liliana Segre - (Fotogramma)
23 gennaio 2025 | 19.28
LETTURA: 2 minuti

Sono dodici le persone per cui il pm di Milano Nicola Rossato ha chiuso le indagini, con le accuse di minacce e diffamazione aggravata dall'odio razziale, per aver rivolto insulti online alla senatrice a vita Liliana Segre. Sono invece 17 le richieste di archiviazione firmate dello stesso pubblico ministero per fatti che vanno dal 2022 al 2023. Tra le 17 archiviazioni anche la posizione di Gabriele Rubini, 'Rubio'.

"Dovresti denunciare i tuoi silenzi complici in protezione della colonia d'occupazione e insediamento israeliana, e te stessa per tutte le volte che hai taciuto i crimini contro i palestinesi commessi dai nazisti (simbolo bandiera di Israele). Che schifo, vergogna te e chi ti strumentalizza Liliana Segre", è uno dei post comparsi nel novembre del 2022 sul profilo Twitter di Rubio e per cui il personaggio televisivo e social è stato denunciato dalla senatrice a vita. Una querela che ha portato la procura di Milano a indagare il 31enne romano per diffamazione, fascicolo che ha portato ad altre 16 richieste di archiviazione e all'avviso di conclusione indagine per 12 presunti hater.

Ma quelle parole, così come altri numerosi commenti che vengono elencati nel provvedimento e che sono stati scritti da più mani sui social, non costituiscono un reato per il titolare del fascicolo. "Dalla mera lettura dei post e commenti incriminati, emerge che i messaggi delle persone indagate siano espressione di critica politica all’operato della senatrice Liliana Segre per le posizioni dalla stessa assunte su vari temi", in particolare rispetto alle sue posizioni in merito ai vaccini Covid, alla guerra in Ucraina e alla questione palestinese.

"Nell’ottica di un intervento avente significato esclusivamente di critica politica (e non volontariamente diffamatorio verso la persona offesa) deve interpretarsi l’utilizzo di parole (certamente diffamatorie) quali quelle di volta in volta evidenziate nei messaggi denunciati il cui uso, seppur aspro, rozzo e sintomo di maleducazione ed ignoranza, va contestualizzato nella finalità del messaggio e ridimensionato alla luce del mezzo usato per propagarlo (social network)" conclude il pm Rossato.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza