In aula Patrick Lumumba chiede giustizia. L'avvocato Pacelli che lo assiste: "Lui è la seconda vittima dopo la povera Meredith". Knox attende "fiduciosa" la sentenza negli Stati Uniti
Al via in Cassazione il processo per calunnia ad Amanda Knox, l'americana che nelle prime fasi dell'inchiesta sull''omicidio di Meredith Kercher a Perugia accusò, pur sapendolo innocente, il suo datore di lavoro Patrick Lumumba.
Il pg di Cassazione ha chiesto la conferma della condanna a tre anni nei confronti di Amanda Knox, imputata per calunnia ai danni di Patrick Lumumba. Al termine della sua requisitoria il rappresentante dell’accusa ha chiesto il rigetto del ricorso presentato dai difensori di Amanda. Oggi i supremi giudici della prima sezione penale dovranno esprimersi sulla sentenza con cui lo scorso giugno la Corte d'assise d'Appello di Firenze ha condannato a tre anni di reclusione Knox, che ha già scontato quasi quattro anni in carcere prima di essere definitivamente assolta insieme a Raffaele Sollecito per l'omicidio di Meredith.
"Credo nella giustizia italiana: Amanda ha sbagliato, mi ha calunniato e anche se lei non mi ha mai chiesto scusa, mi aspetto che questa condanna sia confermata", ha detto Lumumba entrando in aula per l’udienza. Knox è già stata condanna a tre anni per la calunnia a Lumumba. “Speriamo che oggi si metta fine a questa storia e la condanna accompagni Amanda per tutta vita", ha aggiunto Lumumba.
L’avvocato Carlo Pacelli che lo assiste ha aggiunto: "Dopo la povera Meredith, Lumumba è la seconda vittima di questa vicenda giudiziaria. Noi chiediamo giustizia".
Dal canto loro i legali di Knox, Carlo Dalla Vedova e Luca Luparia Donati, si dicono "Molto fiduciosi, abbiamo argomenti forti. Amanda non c'è, sta a casa con la sua famiglia aspettando fiduciosa e rispettosa della giustizia italiana e confida di potere chiudere questa sua vicenda", affermano entrando in Cassazione.