
La presidente della Fondazione, Elda Melaragno: "Le nostre case hanno accolto, accolgono e continueranno ad accogliere, per un pezzo del loro percorso di vita, giovani di ogni paese, di ogni lingua e di ogni religione
La fine del Ramadan si festeggia in 'casa famiglia'. Una grande festa in palestra, tutte le case famiglia insieme, lunedì 31 marzo sera per la festa del l'Eid al-Fitr. "Ci saranno i bambini e le bambine e i ragazzi e le ragazze che vivono nelle cinque case famiglia della Fondazione Protettorato San Giuseppe, ma chiunque è invitato a partecipare: amici e anche ragazzi e ragazze che hanno vissuto in casa famigli e poi ne sono usciti, per tornare in famiglia, o per andare a vivere per conto proprio. Una festa aperta a tutti e di tutti, nel segno di quella che è da oltre un secolo la missione del Protettorato: accogliere, sostenere, includere. L’appuntamento è alle 19, nella palestra del Protettorato (via Nomentana 341): sarà servito un ricco buffet, con i piatti tipici preparati anche dai ragazzi della Fondazione. E ci sarà il tradizionale scambio di doni tra tutti i partecipanti". Lo sottolinea la nota della Fondazione Protettorato San Giuseppe.
“Le nostre porte sono da sempre aperte a tutti - spiega la presidente della Fondazione, Elda Melaragno - Le nostre case hanno accolto, accolgono e continueranno ad accogliere, per un pezzo del loro percorso di vita, giovani di ogni paese, di ogni lingua e di ogni religione. Qui tutti devono sentirsi non solo rispettati, ma amati e valorizzati. Ed è proprio questo il motivo che ci ha spinti a organizzare, per la prima volta, questa festa: partecipare tutti a un momento così importante per alcuni dei nostri ragazzi significa allargare i confini del nostro mondo e riconoscere il valore e la ricchezza delle diverse storie".
"Ci saremo tutti: responsabili della Fondazione, educatori, ma invitiamo a partecipare chiunque desideri affacciarsi a questo mondo. Anche tanti ragazzi che sono passati per le nostre case famiglia e non abitano più qui ci hanno assicurato che ci saranno, per condividere un momento di festa, di incontro, di condivisione, per rafforzare il legame di comunità e promuovere il rispetto reciproco tra tutti i minori accolti. Qui tutti devono sentirsi parte di una grande famiglia, in un ambiente che, pur avendo una forte tradizione cristiana, rispetta tutte le tradizioni e ne condivide i momenti significativi", conclude Malaragno.