L'Ue potrebbe collaborare nella produzione. E la Spagna apre all'utilizzo del siero russo
L’Unione Europea potrebbe aiutare a produrre il vaccino russo contro il coronavirus Sputnik V. la Spagna apre al farmaco, mentre Mosca contatta un'azienda tedesca per discutere l'ipotesi di una produzione congiunta. Mentre il Vecchio Continente è alle prese con la complessa distribuzione di vaccini occidentali, lo Sputnik conquista un posto sotto i riflettori.
L'Ue potrebbe offrire il proprio contributo nella produzione, come o ha affermato il ministro della Salute tedesco Jens Spahn, durante una conferenza online organizzata dalle testate giornalistiche Tagesspiegel, Zeit, Handelsblatt e Wirtschaftswoche. Spahn ha sottolineato come la Russia abbia già chiesto supporto in tal senso, e sia la Germania che altri paesi in Europa stanno ora prendendo l’ipotesi in seria considerazione.
"Potremmo fornire supporto per la produzione di un vaccino che in diversi paesi in Europa è ancora in attesa di approvazione, mentre in altri non è addirittura previsto", ha aggiunto il ministro, che si è detto favorevole a qualsiasi vaccino sicuro ed efficace nel combattere la pandemia. Ha chiarito, tuttavia, “che spetta solo all’autorità di regolamentazione valutare in che misura questo valga per lo Sputnik V”.
Al riguardo, uno studio pubblicato ieri dalla rivista scientifica Lancet ha rivelato il vaccino russo essere efficace al 91.6%. Un dato accolto con favore dal portavoce del Cremlino Dimitry Peskov, che ha definito la pubblicazione “molto importante”, aggiungendo che i risultati “hanno confermato come la registrazione rapida del vaccino in Russia fosse giustificata”. Inoltre, “il numero di paesi che registrano lo Sputnik V aumenta ogni giorno - ha evidenziato Peskov, in commenti riportati dall’agenzia Tass – ed abbiamo in programma di stabilire le basi per la produzione all’estero il prima possibile”.
La Russia, intanto, ha preso contatti con l'azienda tedesca IDT Biologika per discutere della possibilità di avviare la produzione congiunta del vaccino contro il coronarivus Sputnik, ha reso noto il ministero della Sanità a Berlino.
La Spagna, da parte sua, apre alla possibilità di utilizzare il vaccino russo, vincolando l'uso dello Sputnik V al via libera dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema). "Questo governo accoglierà con estremo favore qualsiasi vaccino autorizzato dall'Ema", ha dichiarato il nuovo ministro spagnolo della Salute, Carolina Darias, rispondendo in Parlamento alla domanda se Madrid avrebbe preso in considerazione l'uso del vaccino russo. "Questa è l'unica condizione", ha aggiunto.
Ieri 'The Lancet' ha diffuso i risultati preliminari di uno studio di fase 3 pubblicato sul vaccino russo, secondo il quale Sputnik V, somministrato in 2 dosi a 21 giorni di distanza l'una dall'altra, ha un'efficacia del 91,6% contro il Covid-19. L'effetto protettivo non è statisticamente diverso per gli over 60 rispetto al gruppo 18-60 anni e il profilo di sicurezza è alto, con la maggior parte (94%) degli effetti avversi che si presenta in forma lieve.