"Tutte le nazioni devo collaborare nella lotta al Covid-19. Ma per quanto riguarda la scienza non si deve fare affidamento su nessuno Governo che deve finanziare e interessarsi della salute pubblica ma lasciando la ricerca autonoma. L'eredità che la pandemia ci lascia è che abbiamo bisogno di un gruppo scientifico internazionale". Lo afferma, in un’intervista esclusiva all’Adnkronos Salute, Robert Gallo, fra gli scopritori, negli anni ’80, del virus dell’Aids e del primo test per diagnosticare l’Hiv, oggi direttore dell’Institute of Human Virology presso la University of Maryland (Usa). Gallo è stato ospite in streaming dell'evento 'Unlock_IT', seconda edizione di SudeFuturi, promosso dalla Fondazione Magna Grecia, e ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2020.
Lo scienziato, in proposito ricorda: "Nel 2019 noi abbiamo costituito il 'Global virus network' (Gvn), da cui nessun Paese è escluso, né la Russia, né la Cina. Ci sono esperti di ogni tipo di virus che collaborano attivamente".
E ancora: “Temo che non sia vero che questa pandemia non la dimenticheremo mai – aggiunge Gallo - Le esperienze passate lo insegnano, la memoria dura circa una generazione. Ci si adagia. Lo posso dire perché ho letto la storia e ho vissuto la storia del contrasto all’Hiv. Negli anni ’60 c’era molto rispetto e interesse per le malattie infettive. Poi negli anni ’70 hanno iniziato a chiudere laboratori e i corsi di laurea, si pensava fossero problemi da Paesi in via di sviluppo. Penso che se non facciamo qualcosa di diverso, nel 2050-2055 avremo dimenticato la pandemia. Bisogna fare una pianificazione per il futuro".