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Tumori: Veronesi, scelta Jolie sacrosanta, donne non abbiano paura di sapere

L'oncologo: "Il messaggio più importante di questa vicenda è avvicinare ai test genetici tutte le donne che hanno avuto in famiglia casi di cancro al seno e alle ovaie. Non abbiate paura di sapere"

 - INFOPHOTO
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24 marzo 2015 | 15.47
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"Una decisione sacrosanta". L'oncologo Umberto Veronesi definisce così la scelta di Angelina Jolie di sottoporsi all'asportazione chirurgica delle ovaie, e ancora prima del seno, dopo aver scoperto di essere portatrice di una mutazione genetica che moltiplica il rischio di sviluppare un cancro. "E' un passo che mi aspettavo. Le stesse mutazioni genetiche che predispongono al tumore del seno aumentano anche le probabilità di sviluppare un tumore dell'ovaio. Fermarsi alla mastectomia sarebbe stato un percorso a metà", osserva lo scienziato.

Il cancro alle ovaie e quello al seno, ricorda Veronesi, "rappresentano insieme la più grande minaccia oncologica per la donna. E aver trovato un gene che indica l'aumento di rischio è una conquista straordinaria di cui tutte le donne dovrebbero avvantaggiarsi". Tanto che l'ex ministro della Sanità lancia un appello all'universo rosa: "Non abbiate paura di sapere. Fate i test genetici, se necessario". Per Veronesi, infatti, "il messaggio più importante della vicenda Jolie deve essere quello di avvicinare tutte le donne che hanno familiarità" per il cancro al seno e alle ovaie "ai test genetici, che permettono di prendere decisioni consapevoli e ragionate".

Quanto al percorso che si profila per una donna che scopre un rischio genetico amplificato di ammalarsi, Veronesi rassicura: "Parallelamente alla genetica si è molto sviluppata anche la chirurgia ricostruttiva. Per cui asportare i seni oggi è una decisione non così traumatica".

Per le ovaie il discorso è più complesso, ammette: "Si pone il problema della maternità. Nel caso della Jolie un problema superato. Ma per le altre", se in età fertile, "ci rendiamo conto che non poter avere figli è il vero freno. Ciò che consigliamo è di averli il prima possibile e dopo procedere all'asportazione" delle ovaie. "L'intervento di rimozione in sé non produce effetti collaterali gravi - conclude l'oncologo - perché si possono somministrare terapie ormonali che lasciano intatta la femminilità per tutta la vita".

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