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Sanità al bivio tra incubo tagli e rilancio

Sanità italiana al bivio, tra l'incubo di ulteriori tagli e le riforme per il rilancio. Se da una parte l'ipotesi che anche la sanità venga coinvolta nei tagli ai vari settori della Pubblica amministrazione appare sempre più probabile - con tutte le conseguenze del caso, in primis la garanzia dell'universalità delle cure - dall'altra si iniziano a registrare i primi passi di cambio di marcia e controllo della spesa per dire addio alle spese 'folli' in sanità.

Sanità al bivio tra incubo tagli e rilancio
12 settembre 2014 | 14.34
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(Adnkronos Salute) - Addio alla giungla dei prezzi in sanità che, per una stessa siringa, vedeva una Asl spendere anche il 135% in più di un'altra azienda, oppure pagare uno stent coronarico quasi 700 euro. L'Osservatorio dei contratti pubblici ha infatti messo a punto i primi prezzi di riferimento. Al momento la rilevazione riguarda 116 prezzi di riferimento ottenuti dalla disaggregazione, per dosaggio e forma farmaceutica, di 69 principi attivi di uso ospedaliero. Ma a breve l'Osservatorio fisserà i 'giusti prezzi' anche per i dispositivi medici e per i servizi di pulizia, lavanderia e ristorazione.

Il controllo della spesa sugli acquisti dei beni e servizi, anche se importante, non è l'unica strategia messa in atto dal ministro Beatrice Lorenzin per rilanciare il Servizio sanitario nazionale. Lo scorso luglio, Governo e Regioni hanno messo a punto un documento che ridisegna la sanità del prossimo triennio: il Patto della Salute. Un'intesa che affronta a 360 gradi l'universo sanità e che comprende, tra l'altro: Fondo sanitario certo per i prossimi tre anni, riforma dei ticket, riorganizzazione della rete ospedaliera, più cure sul territorio, nuovi Lea, revisione del prontuario farmaceutico, numerico unico per l'emergenza.

Uno dei principali passaggi sarà proprio la riforma dei ticket: entro il 30 novembre 2014 una commissione ad hoc si occuperà di cambiare il sistema. Le nuove regole di compartecipazione dovranno tenere conto del reddito delle famiglie. Non è escluso, ad esempio, che a chi dichiara redditi alti vengano tolte eventuali esenzioni per patologia. D'altronde i dati sulle esenzioni lasciano più di un dubbio sull'efficacia dell'attuale sistema: in Italia il 70% delle ricette per esami, visite specialistiche, analisi di laboratorio, lastre, risonanze, ecografie e altre prestazioni di diagnostica strumentale è con esenzione del ticket : 145 milioni su 207 mln. Una percentuale che in alcune regioni raggiunge vette da record: 86% in Campania, 84% in Calabria, 82% in Puglia, 80% in Sicilia.

Mettere in campo tutte le misure previste nel Patto, dalla centralizzazione degli acquisti alla riorganizzazione della rete ospedaliera, sarà quindi l'unica strada percorribile per garantire le cure ai cittadini e per non aumentare i ticket. E anche per difendere il finanziamento di 337 miliardi di euro in tre anni (109,9 mld per il 2014), (111,6 mld per il 2015) e (115,4 per il 2016) alle regioni, previsto nel Patto. Fondi certi, o quasi. In un articolo del Patto si precisa infatti: "salvo eventuali modifiche che si rendessero necessarie in relazione al conseguimento agli obiettivi di finanza pubblica e variazioni del quadro macroeconomico".

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