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Zingaretti: "Lockdown? Se non rispettiamo regole finiamo lì"

"Finché non ci sarà il vaccino, tornare a vivere significa rispettare le regole"

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26 settembre 2020 | 12.03
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"Non escludo nulla. Se non rispettiamo le regole andiamo a finire lì". Lo ha detto Nicola Zingaretti, segretario del Pd e presidente della Regione Lazio, in collegamento video con l'evento 'Riparte l'italia - insieme per ricostruire' in corso a Bologna, rispondendo a una domanda di Luca Telese su un eventuale nuovo lockdown. "Finché non ci sarà il vaccino, tornare a vivere significa rispettare le regole – ha aggiunto -. Il virus esiste e se la curva è sotto controllo è perché c’erano regole rigide sul distanziamento".

"Non dobbiamo pensare che abbassare la guardia acceleri l'uscita dall'epidemia", spiega ancora il leader dem, aggiungendo: "Se continuiamo ad avere piena coscienza che il coronavirus è ancora presente ce la faremo, sono cose semplici da fare, dalle mascherine, all’igienizzazione delle mani, al distanziamento sociale". "Dobbiamo continuare ad avere precauzioni e cautele - ha aggiunto -: questo è il modo per continuare a vivere, lavorare e divertirsi". "Il virus esiste - ha sottolineato Zingaretti - e se è sotto controllo è perché c’erano regole rigide sul distanziamento". "Se vogliamo tenere aperte le scuole e le università - continua - è molto importante quello che si fa dentro questi luoghi, il rispetto delle regole, ma è anche molto importante la movida notturna, continuare a stringere i denti e non affollare le metropoli di eventi di massa che sono possibili focolai". "Tutti gli over 60 facciano il vaccino per l'influenza. Io nella mia regione l'ho messo obbligatorio", aggiunge il governatore dem.

"La stagione dei picconi è finita, siamo nella stagione della ricostruzione e credo che sulla ricostruzione abbiamo molte più cose da dire, anche perché se è possibile è perché abbiamo vinto quello che sembrava impossibile, la grande battaglia europea", continua Zingaretti parlando di ripartenza. "Questo significa che è tutto a posto? No - ha aggiunto -, perché la battaglia del Recovery Fund, del Mes, del Sure e del programma sulla cassa integrazione, ma soprattutto del Recovery Fund, che a me piace chiamare Next Generation come dice l’Europa, è la madre di tutte le prove".

"Noi non dobbiamo ricostruire l’Italia che c’era – ha precisato Zingaretti -, non dobbiamo rimettere indietro le lancette dell’orologio: quel sistema paese non funzionava ma abbiamo oltre 250 miliardi di euro, finalmente, per fare quello che per anni abbiamo chiesto. Questa è la madre di tutte le battaglie".

"Non c'è solo il tema della vita: la nostra economia non potrebbe in alcun modo sopportare un nuovo ciclo come quello che abbiamo alle nostre spalle. Noi non dobbiamo arrivarci ma questo sta tutto sulle nostre responsabilità", ha spiegato quindi Zingaretti rispondendo a una domanda sugli insegnamenti appresi dal coronavirus. "Si può avere paura – ha spiegato Zingaretti -, non si deve scherzare ma si può sconfiggere. La paura la si sconfigge con comportamenti responsabili. Però non si può giocare".

Sul post elezioni, "credo che il sistema sia più stabile ma che si possa mettere la parola fine ai trabocchetti non dipende da me e non lo direi perché in questo Paese viviamo di chiacchiericcio e trabocchetti. Ma non c’è dubbio che il quadro politico si è molto rafforzato" dice Zingaretti.

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