"Con la morte di mio padre qualcosa di emotivo e sentimentale si è mosso, ma oggi c'è un governo e c'è stabilità", spiega il figlio del leader di Forza Italia
"Assolutamente no. Io non scendo in politica". Così, durante la presentazione dei palinsesti tv di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se avesse in mente una 'discesa in campo' dopo la scomparsa del padre Silvio, leader di Forza Italia.
"La prima questione -ha spiegato- è del tutto personale. Io penso che la politica sia un mestiere serio. E i mestieri si studiano, si imparano nel tempo. Ci vuole esperienza, non si fanno dall’oggi al domani. Non riterrei giusto dire 'ok, per quello che è successo andiamo'". Il secondo motivo è che, "anche ove mai fosse, non credo sia giusto lasciare le cose a metà. Mediaset sta attraversando un momento importantissimo di progetti e sviluppo e dunque ritengo che io debba rimanere qui a fare il mio mestiere". E per finire, "il terzo motivo, il più importante, è che anche mai fosse, e così non è, dovessi sentire io un qualche tipo di chiamata, non bisogna dimenticare perché si vuole fare le cose. Per dare un servizio agli italiani? Ad oggi non c’è alcuna emergenza. Quindi non vedo perché".
Una risposta perentoria, quindi. Che, tuttavia, affianca ad una considerazione, conversando con i giornalisti, al termine della serata: "Nei vari pensieri che ho fatto con la scomparsa di mio padre -ha detto- c'è qualcosa che mi ha fatto nascere qualcosa dentro; il suo rapporto con gli italiani è un lascito, fatto di amore di libertà. Un lascito che deve vivere, al di là della destra e della sinistra, al di là dei partiti e di tutto. E' come un pugno allo stomaco, ma anche una carezza". Poi ironizza: "Io ho 54 anni; mio padre quando è sceso in campo in politica ne aveva 58". E conclude: "Io non voglio fare politica. Qualcosa di emotivo e sentimentale si è mosso, ma io non voglio e non faccio politica. Non solo perché non la voglio fare, non ne sarei in grado, ma soprattutto perché ad oggi non c’è n’è necessità. C'è un governo e c'è stabilità".
"Per la prima volta, dopo tanti anni -ha detto- in Italia c’è un governo votato dagli elettori che sta facendo del suo meglio; io credo che Forza Italia possa e debba garantire continuità e stabilità al governo". E a chi gli ha chiesto a quel punto chi potrebbe sostituire suo padre in Forza Italia, ha risposto: "Nessuno. Mai".
"Con Giorgia Meloni ho un buon rapporto; la conosco da molti anni. E' una persona che stimo, è giovane e decisa. Ho stima personale per il nostro premier". Del resto, ha aggiunto, "io credo che oggi, al di là come la si pensa, la cosa importante è che in Italia ci sia un governo che dia la sufficiente stabilità per andare avanti in un lavoro che troppe volte è stato interrotto".
Parlando del padre e del vuoto che la sua scomparsa ha provocato, Pier Silvio ha rivelato che "la mancanza che sento è enorme, devo dire la peggiore della vita; man mano che i giorni passano cresce e faccio fatica anche a parlarne". "La mancanza, per me, è più dell’uomo e del papà, non è una mancanza così forte a livello professionale. E questo, se possibile, rende ancora più onore a mio padre. Io mi sono trovato ad essere completamente travolto dal lavoro e ho avuto una crescita naturale all’interno dell’azienda. La sua mancanza è totale, ma sulla continuità lui è stato così grande da dare ai suoi figli la possibilità di andare avanti senza di lui prima che potesse succedere quello che poi è successo".
Infine, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se fosse vera la notizia sul progetto di trasformare Villa San Martino in un museo dedicato a Silvio Berlusconi ha detto: "Io non ne so niente, ma mi sembra una ipotesi abbastanza inventata".