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Meloni alla Camera, leghisti assenti e accuse su Cutro: cosa è successo in Aula

Dopo il passaggio in Senato, la premier a Montecitorio per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo. Pd attacca su Cutro, Bonelli vs Meloni: "Cosa c'è da ridere?". Faccia a faccia con Conte: "Governo gravemente inadeguato". L'assenza leghista è un caso, Calenda: "Governo già in crisi"

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22 marzo 2023 | 10.24
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Dopo il passaggio in Senato di ieri, la premier Giorgia Meloni oggi a Montecitorio - senza i ministri della Lega - per il dibattito sulle comunicazioni del presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo al via domani a Bruxelles. Sul tema migranti è subito attacco del Pd, con la deputata Roggiani che in Aula accusa la presidente del Consiglio di aver "rivolto una domanda crudele" ai sopravvissuti e ai familiari delle vittime del naufragio di Cutro. Affondo anche del Verde Bonelli, che riprende la premier durante l'intervento sulla siccità: "Cosa c'è da ridere?" (VIDEO). Quindi il faccia a faccia con il leader del M5S Giuseppe Conte, ieri oggetto di una stoccata da parte di Meloni. La premier ha poi lasciato l'Aula della Camera, diretta al Quirinale per il tradizionale pranzo con il Capo dello Stato che precede ogni Consiglio europeo. La presidente del Consiglio ha lasciato l'emiciclo con qualche minuto di ritardo sulla tabella di marcia per assistere alle dichiarazioni di voto sulle sue comunicazioni. L'ultimo a prendere la parola in sua presenza, il leader M5S.

ASSENTI I MINISTRI DELLA LEGA, CALENDA: "GOVERNO GIA' IN CRISI" - Al fianco della premier sui banchi del governo il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto. Spicca però l'assenza dei ministri della Lega. Questa mattina, unico presente per il Carroccio, il responsabile dell'Istruzione Giuseppe Valditara che, allontanandosi brevemente dall'Aula, veniva incalzato dai cronisti: "Siamo tutti stra-impegnati", tagliava corto. Quando anche Valditara ha lasciato Montecitorio, i banchi del Carroccio non sono rimasti vuoti: è infatti arrivato il ministro degli Affari regionali e delle Autonomie, Roberto Calderoli.

"Non c’è nulla di politico, nessun problema politico. I ministri saranno impegnati, non credo siano a casa a girarsi i pollici. Ho sentito poco fa Giorgetti ed era impegnatissimo sulle crisi bancarie. Comunque il gruppo c’è e anche il rappresentare della Lega al governo, visto che è presente in Aula Valditara", spiega quindi il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, rispondendo ai cronisti sulle defezioni che stanno diventando un caso politico. A chi gli fa notare che ieri il suo collega al Senato, Massimiliano Romeo, ha tenuto un discorso che ha marcato le distanze sul sostegno all'Ucraina, "alla Camera gli interventi della Lega non vanno nella stessa direzione. Ripeto, non c'è nulla di politico...".

A notarle l'assenza del Carroccio è anche il leader di Azione Carlo Calenda, che su Twitter attacca: "La Lega assente dai banchi del Governo. L’intervento di ieri in Senato del capogruppo contro la linea della Meloni sull’Ucraina. Questo esecutivo è già in crisi. Per le ragioni sbagliate", scrive. "Alla Camera oggi, come ieri in Senato, va in scena l’ammutinamento della Lega sull’Ucraina. Nessun ministro accanto alla Presidente del Consiglio, un solo intervento in Aula. Di fatto Salvini esce dalla maggioranza su un tema cruciale, Meloni ne è edotta?", rincarano la dose i deputati europei del terzo polo (Az-IV) Nicola Danti, vicepresidente di Renew Europe, e Giosi Ferrandino.

PD ATTACCA SU MIGRANTI - Quella di Cutro, sottolinea nel suo intervento in Aula la deputata dem Silvia Roggiani, "è una tragedia che avremmo potuto evitare", e ai sopravvissuti del naufragio e ai familiari delle vittime "lei ha rivolto una domanda crudele, alla quale hanno risposto spiegandole che dei rischi erano consapevoli, ma non hanno alternative" perché in fuga "da Paesi dove non si può vivere, da dove è naturale voler fuggire".

Roggiani cita quindi le parole del presidente della Cei Matteo Zuppi, un "riferimento per tutti quelli che si definiscono fieramente cristiani", e il "monito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che deve risuonare in questa Aula". Dunque la "missiva della Presidente Ursula von der Leyen, che auspica una soluzione equa e duratura", a cui si può giungere "solo con un approccio equo e bilanciato. Ma vede, presidente, l'Europa si era già espressa, nella scorsa legislatura, per il superamento dell'accordo di Dublino - prosegue l'esponente dem-, qualcuno però si è messo di traverso: il ministro Matteo Salvini, che, dopo non aver partecipato a nessun negoziato, ha preferito strizzare l'occhio a Orbàn a danno dell'Italia. Non vorrei rivedessimo questo film". Il problema migratorio "affrontiamolo con pragmatismo" in Europa, e "non con un cieco nazionalismo". Roggiani invita infine Meloni ad avere "coraggio, per dare un futuro solido all'Italia".

BONELLI VS MELONI: "COSA C'E' DA RIDERE?" - "Lei continua a ridere, non c'è problema, è una questione di stile". Angelo Bonelli, alla Camera, affonda deciso nei confronti di Giorgia Meloni. La premier stava ascoltando l'intervento del leader dei Verdi, quando Bonelli ha preso in mano due sassi e li ha mostrati a tutta l'Aula.

"Li ho presi a piedi, nell'Adige, normalmente stavano nel fondale, ma io li ho presi a piedi. Quando tornerò a casa li rimetterò dove li ho presi ma questo per far capire che oggi la questione della siccità è drammatica", spiegato Bonelli che, immediatamente dopo, si interrompe perché 'pizzica' la Meloni dall'altra parte dell'Aula, sui banchi del governo, con il sorriso.

"Cosa c'è da ridere, Meloni, rispetto a questioni di questo tipo? E' un problema drammatico. La vostra politica energetica, trasformare l'Italia in un hub del gas, è la politica che sta causando...", qui Bonelli si interrompe e torna riprendere la Meloni: "Lei continua a ridere, non c'è problema, è una questione di stile, lo ribadisco. Non c'è cosa peggiore di irridere chi parla quando no lo si condivide, vuol dire che non si hanno argomenti, se non una ideologia spiccia. Voi rappresentate al meglio l'egoismo del presente contro le generazioni che verranno".

Passando quindi alla questione migranti e a Cutro, Bonelli attacca: "Perché avete omesso di dare notizie sul naufragio al Parlamento italiano? Perché la posizione del governo è sempre stata di sostenere che in quella barca non c'erano migranti, mentre invece lo si sapeva da un informazione della Guardia di finanza? Perché non avete comunicato questo aspetto al Parlamento? Inermi lo siete stati, dovete spiegare".

Alle affermazioni di Bonelli sulla siccità, la premier replica con una battuta: ''Lei non può dire che in cinque mesi ho prosciugato l'Adige, neanche Mosè. Non l'ho prosciugato io l'Adige, perché non sono Mosè...''.

CONTE: "GOVERNO INADEGUATO" - "Scusate per il tono basso, ma ho perso ieri la voce, dando voce agli esodati del superbonus che erano a poche centinaia di metri da qui, in preda alla disperazione e alla rabbia per non essere da lei ascoltati". Così il presidente del M5S Giuseppe Conte inizia il suo intervento in Aula.

"A quattro mesi dall'insediamento del suo esecutivo, avverto il dovere di denunciare con fermezza la la grave inadeguatezza che connota la vostra azione, e gli esempi ormai sono molteplici", attacca il presidente del M5S. Conte cita i casi Delmastro e Donzelli, la "superficialità con cui ha offerto la ricostruzione della tragedia di Cutro, che significa mancanza di rispetto dei confronti dell'Italia", i "vostri esperti manager che motivano la squadra citando il discorso di Benito Mussolini all'indomani del delitto Andreotti... Matteotti scusate", si corregge Conte per il lapsus. E poi le "giravolte" su trivelle, corruzione, tasse che "avete abbassato agli evasori con 12 sanatorie e abbasserete probabilmente ai ricchi". Poi "la clamorosa giravolta dietro l'angolo, sta arrivando il Mes".

"Avevate promesso di non toccare i diritti civili, siete arrivati a respingere il regolamento europeo per la registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali, come soltanto in Polonia e Ungheria, accanendovi contro i più indifesi, i bambini, condannandoli a un futuro di figli di nessuno con la scusa dell'utero in affitto. Questione che però merita di essere trattata separatamente", tuona Conte, che poi passa all'Ucraina.

"Il 1 marzo 2022 - dice - questo Parlamento approvò le forniture militari all'Ucraina ma con precisi limiti: legittima difesa e sostegno a iniziative multilaterali utili a una de-escalation. Noi decidemmo, non senza tormenti di coscienza, di non abbandonare l'Ucraina ma a patto che alle armi si affiancasse subito una forte iniziativa diplomatica dell'Italia, dell'Ue e della Nato. Dopo 12 mesi, tutte quelle promesse sono state tradite, prima da Draghi e ora dal suo governo che del governo Draghi è la brutta copia".

E ancora: "Le armi inviate in Ucraina da difensive diventate sempre più offensive" e "altro che gratuite, presidente Meloni", mentre "nessuna voce si leva a prendere le distanze dall'alleato inglese che ha annunciato l'invio a Kiev di proiettili con uranio impoverito. Ci state trascinando di gran carriera in guerra ignorando che in un conflitto scatenato da una potenza nucleare non ci sono vincitori. Per questo non possiamo sostenere ulteriori forniture militari e inviamo tutti in Parlamento a uscire dall'equivoco che questo sia il modo di aggiungere la pace".

"Lei, presidente Meloni, ieri in Senato ha dichiarato che non è questo il momento della pace, e qual è? Chi lo decide e su quali basi? Noi non abbiamo ottenuto nessuna risposta da lei, ma un'indicazione è venuta dal suo maitre à penser, Orban, che ha dichiarato: siamo molto vicini a mettere sul tavolo la proposta che anche i soldati dei paesi alleati di Kiev attraversino il confine e vadano in Ucraina".

"Vede presidente Meloni, lei sta portando l'Italia in guerra con piglio coraggioso, ma gli italiani sanno che il coraggio non alberga in chi si limita a prendere ordini per compiacere alleati protesi all'escalation militare, ma in chi ha la forza di parlare ai nostri alleati e porre l'Italia in linea con la sua tradizionale vocazione a capo di uno sforzo diplomatico per una via d'uscita politica che è l'unica vera alternativa al conflitto globale". "Ieri in Senato lei ha detto che lei sulle armi ci mette la faccia, noi prendiamo atto del suo appoggio alle lobby delle armi, lei la faccia ce la mette ma è una faccia di bronzo", incalza Conte.

LA REPLICA DI MELONI: "SENTITE FALSITA', SU CUTRO CALUNNIE" - "Ho sentito una grande quantità di cose false, la considero una buona notizia, perché quando si ha bisogno di dire cose non vere non si ha molto da dire su quello che è vero". A dirlo, dopo gli interventi in Aula dalla mattinata, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella sua replica. "Dall'inizio del mio mandato - ha continuato la premier - l'Italia ha salvato 36.500 persone in mare. Siamo stati lasciati soli a fare questo lavoro, delle volte al di fuori dei confini nazionali, e raccontare al cospetto del mondo che lasceremmo bambini morire nel Mediterraneo e davanti alle coste calabresi è una calunnia non nei confronti del Governo, nei confronti dello Stato italiano, degli uomini e delle donne delle Forze dell'Ordine che stanno facendo sacrifici enormi, nei confronti del nostro intero sistema. O volete dire che ci sono uomini delle Forze dell'ordine che non salverebbero bambini - chiede - perché gli dà questa indicazione il Governo? È una mancanza di rispetto anche verso di loro".

''Il governo non ha mai negato la segnalazione di Frontex, abbiamo sempre detto che la segnalazione di Frontex era una segnalazione di polizia: era la segnalazione della presenza di una nave ma non della situazione di difficoltà della nave. Evidentemente è la vostra versione che non torna, non la nostra...''. Basta, chiede Meloni, ''dire falsità''.

''Noi siamo quelli ad oggi che in rapporto agli sbarchi sono riusciti potenzialmente a salvare più persone. I dati - afferma ancora la premier -smontano una certa propaganda e ci viene riconosciuto anche dalla Commissione Europea''.

"L'unico modo possibile per impedire tragedie come quelle di Cutro - aggiunge - è fermare le partenze illegali. E questo è esattamente il lavoro che il governo sta cercando di fare con un piano articolato rispetto al quale non mi sembrano chiare le alternative proposte...''.

"Non possiamo accettare che l'Italia diventi il campo profughi d'Europa. Sicuramente il Regolamento di Dublino va rivisto - afferma quindi Meloni -, ma non è una soluzione per l'Italia. Credo che serva un approccio più globale, penso che non possa prescindere da una cooperazione con i Paesi africani".

Sulle soluzioni del governo per fronteggiare l'emergenza migranti, l'Aula rumoreggia. E la premier sbotta: "E va bene, non gli piace il piano Mattei, non vogliono investire in Africa...".

Sul blocco navale, continua quindi la premier, "non ho cambiato idea, lavoro per una missione europea che blocchi le partenze in accordo con le autorità nord africane, portando cooperazione allo sviluppo, investimenti, lavoro, formazione".

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