"Vedremo se Conte avrà un'altra maggioranza", spiega il coordinatore di Italia Viva dicendosi certo che, in ogni caso, l'esito non sarà il voto: "Non si andrà a elezioni"
"Il fatto che il governo Conte bis è giunto alla fine è ormai acclarato". Lo dice Ettore Rosato di Iv a Rainews24. "Vedremo se Conte avrà un'altra maggioranza" aggiunge il coordinatore di Italia Viva dicendosi certo che, in ogni caso, l'esito non sarà il voto: "Non si andrà a elezioni". "Ha tutto in mano il presidente del Consiglio. Se ci dà le risposte, noi siamo pronti ad ascoltare", ha quindi aggiunto.
"Erano sulla soglia, lui li ha fatti accomodare fuori dalla porta". E' la lettura che alcuni ministri danno della controffensiva del premier Giuseppe Conte, che oggi, mentre Iv sembrava tendere la mano per un testo sul Recovery Fund "migliorato grazie alla battaglia dei renziani" -il leitmotiv- ha mandato in soffitta quella che, fino a poco prima, sembrava lo sbocco più probabile della crisi, ovvero una crisi pilotata, con le dimissioni e subito un Conte ter con un buon rimpasto e tante caselle pronte ad essere sostituite.
E invece, in quella che potrebbe essere descritta come una partita a scacchi, è Conte che ruba la 'mossa del cavallo' all'ex premier. La 'bomba' la sgancia Palazzo Chigi poco prima di mezzogiorno: "Se il leader di Iv Renzi si assumerà la responsabilità di una crisi di Governo in piena pandemia, per il presidente Conte sarà impossibile rifare un nuovo Esecutivo con il sostegno di Italia Viva". In sintesi, ipotesi Conte ter spedita dritta in soffitta. I 5 Stelle rilanciano, 'se Renzi fa cadere il governo è fuori dai giochi', partono in batteria tutti i big del Movimento. Il Pd non segue, sorpreso -raccontano- dalla controffensiva del presidente del Consiglio.
La situazione sembra ormai sfuggita di mano, la crisi sembra dietro l'angolo come non mai. Iv, infatti, non tentenna né arretra: è pronta a sfilare le sue ministre. Domani parlerà Matteo Renzi in una conferenza stampa per spiegare le sue ragioni. Ormai il leader di Rignano sembra essersi spinto troppo avanti per ingranare la retromarcia. Anche se, nei corridori, c'è chi sostiene che l'ipotesi del Conte ter sia ancora in campo. per Renzi deve passare obbligatoriamente dalle dimissioni del premier. E il presidente del Consiglio non ci sta a dargliela vinta. Insomma, il solito impasse. Nel quale, si spiega, il Pd continua a spingere per trovare una mediazione. E comunque dagli stessi ambienti Iv si osserva: "Fino a domani Conte può fare molte cose".
"Cade, ma almeno con grande dignità", la lettura degli uomini di governo più vicini al premier, quelli che nei giorni scorsi temevano che Conte andasse alla prova di forza, stanco delle continue stoccate di Renzi e i suoi. "Le responsabilità saranno chiare a tutti gli italiani", è la voce che rimbalza a Palazzo Chigi.
Salgono intanto le quotazioni di un possibile governo tecnico -scendono quelle di un ritorno al voto, difficile immaginare le urne in piena pandemia- e torna a farsi spazio il nome della ex presidente della Consulta, Marta Cartabia. Che, dopo essere stata la prima donna a capo della Corte Costituzionale, potrebbe intestarsi un nuovo primato: prima signora alla guida di Palazzo Chigi. L'opzione responsabili resta sul tavolo, ma sono pochi a credere che possa andare in porto, nonostante Clemente Mastella, all'Adnkronos, abbia gettato il seme per gruppi parlamentari di responsabili.
Pronto ad entrare in campo naturalmente il Quirinale nel momento in cui la crisi di governo dovesse essere formalizzata. Da sempre la preoccupazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, prima di dare il via libera ad un nuovo governo, è stata quella di verificare l'esistenza di una maggioranza solida, basata su un accordo politico, e non raccogliticcia, frutto di numeri improvvisati e ballerini.
Se quindi l'attuale premier dimostrasse che in Parlamento è in grado di soddisfare questa richiesta, sostituendo deputati e senatori di Italia viva con un altra formazione, il Colle non potrebbe non prendere atto dell'esistenza dei presupposti per la nascita di un Conte ter. Ferme restando le preoccupazioni di natura tutta politica circa la solidità e la capacità di durata di un esecutivo nato con queste premesse.
Il Quirinale, in sintesi, non accetterebbe maggioranze messe insieme per tirare a campare. Certo, se invece Conte dimostrasse di avere numeri solidi l'operazione potrebbe avere anche il beneplacito del Colle. Ma a che prezzo? Si chiedono in molti, soprattutto nelle file grilline, dove in tanti già immaginano gli strali di Alessandro Di Battista. E anche l'opzione Fi non sembra destinata a decollare, sia per le ritrosie del partito berlusconiano sia per la spaccatura che produrrebbe nei 5 Stelle.
Salvo colpi di scena dell'ultimo minuto la strada sembra ormai segnata, il governo Conte II alle battute finali. Mentre il bollettino dei contagi e dei morti del Covid si allunga: oggi 14.242 nuovi contagi e 616 vittime. Il tasso di positività scende, segna un 10,05% rispetto al 13,6% di ieri. Ma il timore di una terza ondata in arrivo cresce e l'impatto sul nostro Paese sembra ormai inarginabile. Questione di giorni, ma la crisi corre più veloce persino del virus: per il governo sembra infatti solo questione di ore.