"Penso che sostituirà le ministre di Italia Viva che si dimetteranno e poi andrà alle Camere per chiedere la fiducia". Palazzo Chigi: "Se Italia Viva si sfila non entra in nuovo governo". Vertici Pd: "No crisi, molte cose da fare per l'Italia"
Se il leader di Iv Matteo Renzi si assumerà la responsabilità di una crisi di governo in piena pandemia, per il premier Giuseppe Conte sarà impossibile rifare un nuovo esecutivo con il sostegno di Italia Viva. È quanto trapela da Palazzo Chigi.
"Evidentemente Conte ha trovato i 'Responsabili'. Vorrà dire che sarò all'opposizione e che farò un'opposizione diversa da Salvini e Meloni - dice il leader di Italia Viva parlando con i giornalisti al Senato - Non volevo far fuori Conte, sono io che mi sono fatto fuori da questo governo, sullo spreco di denaro pubblico non ci metto la faccia".
"Penso - aggiunge Renzi - che Conte sostituirà le ministre di Italia Viva che si dimetteranno e poi andrà alle Camere per chiedere la fiducia. Non so se prima si recherà al Quirinale, comunque quando avrà dei nuovi ministri farà il passaggio parlamentare".
Il Partito Democratico, al termine di una riunione che si è svolta da remoto tra il segretario Nicola Zingaretti, il capodelegazione Dario Franceschini, il vicesegretario Andrea Orlando e i capigruppo di Camera e Senato Graziano Delrio e Andrea Marcucci, sottolinea che "ci sono molte cose da fare per il bene dell’Italia di fronte alla crisi sanitaria, economica e sociale e alla domanda di sicurezza che viene dal Paese. L’urgenza è quella di dare risposte concrete per la rinascita italiana. Questa maggioranza può farlo".
"La via maestra per servire l’Italia è approvare la bozza del Recovery Plan modificata con il contributo delle forze politiche, avviare il percorso parlamentare e impegnarsi per attivare in fretta le misure per il rilancio, l’economia, il lavoro - proseguono i vertici del Pd -. Subito, da domani, su proposta del presidente Conte si discuta e si approvi il patto di legislatura per affrontare i problemi aperti e per rilanciare l’azione di governo".
"Questa è una scelta di responsabilità e innovazione che deve spingere tutti a ritrovare il coraggio del dialogo e della collaborazione per il bene comune. Confermiamo la nostra contrarietà all'apertura di una crisi che ora, tra l'altro, impedirebbe l'approvazione del decreto ristori e gli aiuti per tanti italiani, per tante imprese e piccole attività in difficoltà", conclude il Pd.
Nel M5S, partito di maggioranza relativa in Parlamento, sono ore di grande fibrillazione. Dai peones ai big, il refrain è sempre lo stesso: "Se Iv apre la crisi non faremo più alleanze con i renziani". Lo afferma Vito Crimi. Lo ribadisce Luigi Di Maio. Lo rimarca, a modo suo, anche Alessandro Di Battista.
E a questo punto, per molti, l'ipotesi di affidare la sopravvivenza dell'esecutivo - e della legislatura - ai famigerati "responsabili" non appare più come una bestemmia, ma come una possibile strada da percorrere, se non l'unica, pur di salvare il salvabile. "Ben venga chi sente la responsabilità di non far cadere l'Italia nel baratro...", sussurra un esponente di governo pentastellato 'esperto' di pallottoliere, quando gli viene chiesto se la caccia al 'responsabile' sia ufficialmente partita. I tempi degli strali rivolti ai 'voltagabbana', del vincolo di mandato come spauracchio da brandire contro i nuovi Razzi & Scilipoti sono un ricordo del passato.
"Ben vengano i responsabili", dice all'Adnkronos il senatore Sergio Vaccaro, "in modo che l'opinione pubblica possa capire chi è concentrato davvero sui temi per risollevare l'Italia. Se Renzi avesse voluto esprimere delle osservazioni sui temi, avrebbe potuto farlo in maniera seria. Tanto per fare un esempio: se intende mettere più soldi nella sanità anziché nell'istruzione, avrebbe potuto chiedere in modo chiaro di aggiungere altri soldi con lo scostamento di bilancio. Invece non è così. Renzi porti soluzioni e la smetta con le sceneggiate, che tra l'altro gli vengono anche male".
Anche il collega Emanuele Dessì, fedelissimo della vicepresidente del Senato Paola Taverna, vede di buon occhio un soccorso "responsabile" purché legato a un progetto "di prospettiva": "Non vedo perché non dovremmo ragionare anche su questo. In fondo, se siamo riusciti a governare su dei temi prima con Salvini e poi con Renzi, non dico che possiamo farlo con tutti ma poco ci manca. Questa è una fase che ti spinge a ragionare così. Poi qualcuno banalizzerà dicendo che lo si fa per rimanere attaccati alle poltrone. Io non credo sia così ma ci prenderemo anche questa responsabilità, se serve".
Il senatore di Frascati non crede però "all'idea di 'responsabili' in quanto tali senza un progetto politico. Secondo me - spiega all'Adnkronos - c'è invece la possibilità, culturalmente giusta, di allargare in ogni caso - anche se Iv mantiene il sostegno al governo - la nostra coalizione a un'area sociale cattolica. Una volta che si lancia un progetto politico non è una questione di due, tre, quattro persone ma si dà una prospettiva diversa. Il modello Razzi-Scilipoti-De Gregorio non mi affascina e credo non piaccia a nessuno. Invece, ben venga un lavoro di prospettiva".
Per il grillino Sergio Puglia, parlamentare alla seconda legislatura, "bisogna pensare al bene degli italiani in primis. Partendo da questo punto fondamentale, il resto viene di conseguenza". In ballo ci sono i soldi del Recovery Fund: "Come Italia abbiamo un'occasione storica, mai avuta nella storia Ue, costruita con un eccellente lavoro. Abbiamo 209 miliardi che non possiamo fare perdere agli italiani, non è perdonabile. La storia racconterà di una classe politica irresponsabile e poco lungimirante. Bisogna mettere da parte gli egoismi, le bandiere partitiche, e pensare di unirci e dialogare per dare un futuro sereno agli italiani", sottolinea il senatore campano.
Sulla stessa lunghezza d'onda Marco Croatti: "Per un po' di ribalta Italia Viva e Renzi non si fanno scrupoli di un Paese che si trova ad affrontare una situazione economica molto complessa. Chi oggi siede in Parlamento ha il dovere di dimostrare di avere principi e dignità offrendo un aiuto concreto agli italiani".
Ma chi sono i 'responsabili'? Soprattutto quanti sono disposti a salvare Giuseppe Conte? Sono gli interrogativi che in tanti si pongono in queste ore di grande confusione. Gli occhi, come sempre in questi casi, sono puntati sui 29 del gruppo Misto e sulle forze centriste (dall'Udc ai 'totiani' di Cambiamo), ma stavolta, secondo gli ultimi rumors, 'l'operazione di soccorso' potrebbe essere più difficile del solito. ''La situazione politica attuale è diversa da quella che portò Prodi a sfidare tutti in Aula e non ci sono le condizioni di un soccorso di uno Scilipoti di turno'', dice un senatore azzurro di lungo corso che ne ha viste tante e scommette che alla fine Renzi torni sui suoi passi. Premesso che i 'responsabili' escono alla scoperto solo all'ultimo momento utile per non bruciare nulla, stavolta a palazzo Madama c'è molto scetticismo, specie nel centrodestra, sul lancio di una ciambella di salvataggio a Conte in extremis e questo fa pensare che quella dei 'costruttori' sembra più che altro una vera e propria mission impossible.
Al di là dell'uscita di Clemente Mastella che annuncia all'Adnkronos di voler ''far partire subito dopo la crisi un'iniziativa politica per recuperare vecchi amici e nuovi contributi, quelli che sono interessati" e ''strutturare parlamentari responsabili'', lo scetticismo si registra proprio tra quei parlamentari che in questi giorni vengono indicati dai retroscena come papabili 'salvatori della patria'. Tant'è che uno di loro, dietro l'anonimato, dice a mezza bocca: ''Vedo difficile allo stato un gruppo di dieci responsabili pronti a sostituire i renziani, soprattutto se si tratta di fare un governo fotocopia del Conte bis, a meno che Conte non pensi a un governo fortemente rinnovato con forti personalità...''.
Ed è proprio questo il punto, spiegano fonti parlamentari del Senato. Al momento la carta dei 'responsabili' è complicata ma potrebbe essere giocata solo a certe condizioni, con un governo Conte rivisitato e rinnovato magari con 'innesti tecnici'. ''Solo in questo caso si potrebbe prendere in considerazione un 'soccorso''', confida un altro senatore che segue molto da vicino le 'grandi manovre' di queste ore.
Forza Italia, che pure viene spesso tirata in ballo come possibile 'bacino' di eventuali 'costruttori', smentisce 'aiutini' a Conte ribadendo la linea ufficiale del ''mai con i 5 stelle e la sinistra'', ed è pronta a scommettere che alla fine al massimo due-tre azzurri sarebbero tentati. Più chance, riferiscono fonti azzurre, invece, anche se tutte da verificare, potrebbe avere magari un governo istituzionale, di unità nazionale, che porti dritto al voto, qualora Conte non riuscisse a trovare i numeri necessari. Anche dalle parti della Lega si dubita su un 'soccorso' al governo in zona Cesarini, perché 'tentazioni responsabili' in Forza Italia sarebbero ormai state stoppate da Berlusconi.
Matteo Salvini al momento attende gli eventi e prende atto che quel che si vede sono solo litigi. Quando ormai la sorte del governo Conte II sembra segnata preferisce non rivelare alcuna mossa. E guardare in casa propria, ribadendo come un mantra che "il centrodestra è unito". Solo alla fine dello showdown, che potrebbe andare in onda stasera a palazzo Chigi nel Cdm, si inizieranno a fare le valutazioni del caso. "Qualsiasi cosa è meglio del governo Conte", ha tagliato corto stamattina il 'Capitano' in piazza del Popolo, tra un selfie e un altro.
Per poi aggiungere: "Se prendono atto che non hanno più la maggioranza o si va a votare oppure si fa un governo di centrodestra". Tradotto: tutte le opzioni sono in campo. Il numero uno di via Bellerio, raccontano, pur preferendo l'opzione di un nuovo esecutivo con Forza Italia e Fdi, perché 'identitaria' dell'attuale coalizione di centrodestra, sembra strizzare l'occhio all'ipotesi di un governo di tutti e forse anche a quello di un tecnico 'aggiustato'.
C'è poi la strada del voto anticipato, che Salvini non vede così vicino, mentre per l'alleata sovranista Giorgia Meloni resta l'unica soluzione per uscire dalla crisi. Non a caso, per ribadire l'opportunità delle elezioni la leader di Fdi sceglie un post indirizzato a Luigi Di Maio: "Dormi tranquillo Luigi. Gli accordi di palazzo e gli inciuci con chi abbiamo sempre combattuto li lasciamo a voi 5Stelle".
Tra i big del Carroccio qualcuno si spinge a ipotizzare i prossimi eventi: "Prossimo fine settimana consultazioni, se si va verso maggioranza ampia si ragiona su chi sarà dentro...". Lo scenario potrebbe essere questo, fanno notare, ma l'unica certezza è che dei due, Conte e Renzi, ne resterà solo uno.
Giancarlo Giorgetti non crede a soccorsi di responsabili che possano tenere in piedi l'avvocato del Popolo: "Mi pare impensabile che ci si affidi a un manipolo di parlamentari in ordine sparso", fa sapere il vicesegretario della Lega, ricordando come tutto sia ancora più complicato "da una situazione drammatica come questa". Qualcun altro nel partito è meno convinto che all'ultimo non ci siano, al Senato, responsabili, magari azzurri.
Rumors parlano di parlamentari che ci stanno pensando, ma "Berlusconi - spiega una fonte parlamentare del centrodestra - li ha già fulminati una volta, facendogli capire che non ci sono margini per governare con Conte". I nomi sono sempre gli stessi: Brunetta, Occhiuto e Polverini. Ma come spiegato da Giorgetti "servirebbe un progetto di responsabili più strutturato, che non si vede all'orizzonte".