Il leader di Iv: "Su vicenda Conte ter mi sono ispirato a Machiavelli..."
Crisi di governo, Conte ter, Mario Draghi e la reazione dei partiti. Matteo Renzi, in un incontro da remoto per parlare del nuovo libro di Luciano Violante 'Insegna Creonte', analizza gli ultimi sviluppi politici. "Abbiamo iniziato la legislatura con la vittoria dei partiti antieuropeisti, ora la concluderemo con Draghi presidente del Consiglio....Abbiamo iniziato la partita in cui tutti dicevano 'non ci alleeremo con' e poi vediamo i 5Stelle allearsi prima con la Lega poi con il Pd, oggi presumibilmente con una maggioranza istituzionale e non politica ancora diversa... Poi c'è la stessa interessantissima svolta fatta stamattina da Salvini, una svolta che nei partiti vecchia maniera sarebbe stato impossibile fare...'', ha detto il leader di Iv.
"Per come ho gestito" la vicenda del Conte ter, "c'è stato molto più Machiavelli che Tommaso Moro... Diciamo che le mie ultime due iniziative politiche di un certo spessore, vale a dire quella dell'agosto 2019 nei confronti del senatore Salvini e quella del febbraio 2021 nei confronti del professor Conte, l'ispirazione è stata molto più machiavellica, per tanti motivi evidenti...'', ha poi affermato Renzi.
''Nel corso della crisi, lunedì o martedì scorso, un autorevole sherpa del Pd che viene dalla cultura democristiana, alla domanda 'che si fa con Conte?' io ero lì che gli dicevo 'guarda, vediamo di capire se si va a un Conte ter" o ad altro, visto che ''già allora si immaginava un governo guidato da una personalità autorevole e importante come, ad esempio, Draghi...' E lui mi ha detto: 'devi decidere se essere come noi della sinistra Dc che alla fine tutte le volte che c'era da tagliare la testa ci fermavamo, o se vuoi essere andreottiano che alla fine tagli la testa e chi si è visto si è visto...'', è il retroscena rivelato da Renzi raccontando di un colloquio con un esponente del Pd impegnato nella trattativa per provare a ricucire e dar vita a un Conte ter con Iv dentro.
''Non farò -sorride Renzi- nessun tipo di nome o di riferimento ad attuali ministri della Cultura di origine ferrarese e di provenienza di sinistra Dc, così nessuno possa capire di chi stia parlando... Comunque, io credo di essere in una grande contraddizione: sono venuto fuori in politica con la logica del rottamatore ma come cultura politica io sono e resto uno innamorato del passato. Sono laureato in storia del diritto.... Quindi, se mi chiedere io di mi sento erede, rispondo: non sono in grado di definirmi erede di nessuno, ma sicuramente successore di tanti, persino di troppi...''..
''Io non sono l'erede politico di nessuno, ma di certo sono il successore di tanti...'', ha detto ancora l'ex premier aggiungendo: "L'errore che ho fatto sul referendum è stata l'arroganza non di voler vincere, ma di voler vincere con una certa percentuale... Tra marzo e aprile, vedendo i sondaggi al 70% -30% per il sì, io pensavo: 'non mi basta vincere...' E lì ho costruito la distruzione del referendum e la mia sconfitta...".