Lo strappo di Azione col Pd nuoce più al centrodestra che potrebbe perdere il 2% di elettorato moderato
Lo strappo del leader di Azione Calenda farebbe guadagnare sia Azione che il Partito democratico, nuocendo al centrodestra che "potrebbe perdere circa due punti percentuali di elettorato moderato". Lo dice all'Adnkronos il sondaggista Antonio Noto che spiega: "Il Pd acquista qualche punto percentuale recuperando i voti che avrebbe ceduto al M5s in seguito all'alleanza con Calenda, che a sua volta sale dal 5% al 7% perché correndo da solo diventa trasversale e avrà più visibilità. C'è infatti anche la possibilità che questa percentuale aumenti arrivando al 10%".
"Vero che i collegi uninominali per Calenda rinunciando all'accordo con il Pd sono persi tutti - prosegue il sondaggista - ma poiché il centrosinistra comunque sarà sconfitto, meglio perdere costruendosi una identità. Tra l'altro - aggiunge - in caso di accordo tra Renzi e Calenda, in termini di partenza ci potrebbe essere la doppia cifra. Ma è molto difficile fare previsioni, bisogna vedere come evolverà la campagna elettorale. Senz'altro lo scioglimento dell'accordo con il Pd potrebbe far perdere qualcosa dell'elettorato moderato per circa due punti percentuali al centrodestra, anche se rimarrà vincente".