In serata il faccia a faccia tra la premier e Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Ma l'atmosfera non sembra delle più distese
Decreto lavoro pronto al varo. Il provvedimento è atteso domani in Cdm e per questa sera la premier Giorgia Meloni incontrerà alle 19 i sindacati per illustrarne i contenuti. Ma l'atmosfera della vigilia non sembra certo delle più distese.
Ieri è infatti arrivato l'attacco di Landini su una delle misure centrali che il Governo si appresta a varare e che prevede, stando all'ultima bozza del provvedimento circolata, la sostituzione del reddito di cittadinanza con l'assegno d'inclusione. "Se le notizie domani saranno confermate, l'idea che in un momento in cui aumentano le povertà si taglia il reddito di cittadinanza a noi sembra una follia", dice senza mezzi termini Landini, parlando in provincia di Salerno.
Ma, già nei giorni scorsi, i sindacati, appresa la notizia della convocazione a Palazzo Chigi, avevano posto problemi di metodo oltre che di merito. "Essere convocati quando il provvedimento è già preso immagino che sarà una informazione di quello che il Governo ha già deciso", ha rimarcato subito il numero uno della Cgil. "Nonostante l'orario non abbiamo mai pensato di non presentarci. Siamo sempre pronti al confronto, è la Meloni che non ci riceve, lo ha fatto a novembre e lo fa solo adesso", è stata la stoccata di Bombardieri.
Nel merito del provvedimento, le valutazioni sono altrettanto severe. Il leader della Uil parla di "piccole cose", di "misure spot" a fronte di una "situazione grave con le persone che hanno perso potere d'aquisto per una mensilità". Allarme che lancia anche Landini, visti i "salari falciati dall'inflazione", mentre Sbarra invoca un nuovo 'accordo Ciampi' contro la spirale inflazionistica.