Il premier, dopo la fiducia alla Camera con 321 voti a favore, si presenta a Palazzo Madama. Quasi impossibile arrivare alla maggioranza assoluta di 161 voti
Giuseppe Conte all'esame del Senato. Il governo, dopo la fiducia ottenuta alla Camera con 321 voti a favore, si presenta a Palazzo Madama nell'appuntamento chiave della crisi. L'esecutivo è uscito dalla Camera con 321 sì, 259 no e 27 astenuti sulla risoluzione di maggioranza presentata sulle comunicazioni del presidente del Consiglio.
"Il mio è un appello molto chiaro e nitido: c'è un progetto politico ben preciso e articolato che mira a rendere il Paese più moderno e a completare tante riforme e interventi già messi in cantiere", ha detto Conte nell'aula di Montecitorio prima del voto. "Sappiate che questo è il momento giusto per contribuire alla prospettiva di governo, declinata in senso europeista e anti-sovranista", dice quindi il premier rivolgendosi a quanti intendono farsi "costruttori".
"Servono volenterosi, a chi ha a cuore il destino dell'Italia dico 'aiutateci'", ha detto Conte nel suo intervento in tarda mattinata. All'appello ha risposto in particolare Renata Polverini: l'esponente di Forza Italia ha votato sì alla fiducia, contro la linea del partito guidato da Silvio Berlusconi. Alla Camera, in soccorso del governo hanno votato anche 7 ex deputati grillini non iscritti ad alcuna componente: si tratta, come si legge dai tabulati, di Piera Aiello, Nadia Aprile, Silvia Benedetti, Rosalba De Giorgi, Alessandra Ermellino, Lorenzo Fioramonti, Raffaele Trano.
Al Senato la maggioranza assoluta di 161 voti appare fuori portata. Il sostegno al governo oscilla tra 154 e 156 voti, senza grandi progressi da domenica. Il pallottoliere a Palazzo Madama, in vista delle fiducia di oggi, è sostanzialmente fermo: "Vediamo che succede non solo domani ma anche mercoledì, la strada è lunga", ha confidato all'Adnkronos chi è impegnato in prima linea nelle trattative per mettere in sicurezza l'esecutivo guidato da Conte. Decisive le ultime ore, per vedere se l'appello del presidente del Consiglio ai 'volenterosi' ha colto nel segno, se farà proseliti al Senato.
"Ottimo! Maggioranza assoluta alla Camera. Un fatto politico molto importante. Ora avanti per il bene dell’Italia!", la reazione di Nicola Zingaretti, segretario del Pd, dopo il voto a Montecitorio. "Situazione molto difficile e complessa", "strada strettissima", "passaggio molto serio e delicato" sono i concetti espressi da Zingaretti all'assemblea Pd a palazzo Madama. In sintesi, riflettono ambienti parlamentari dem, il percorso prevede la fiducia oggi-consapevoli che sarà "risicata"- e poi l'apertura di una interlocuzione per un allargamento della maggioranza. Una maggioranza più solida di quella con Italia Viva e con un programma condiviso.
Nel voto alla Camera "pensavamo qualcosa in meno", è "un risultato che conferma la solidità della maggioranza a prescindere da quella che è stata la decisione di Italia Viva", ha detto il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando. "Se non ti piace il salotto, non è che demolisci la casa...la scelta di Italia Viva invece va in quella direzione", ha aggiunto riferendosi alla posizione assunta da Italia Viva. "Non credo che nessuno sia affascinato dalla discussione che siamo costretti a fare e che nasce da Italia Viva. Non neghiamo che ci siano problemi, ma si risolvono buttando in aria il carro? Credo sia un errore imperdonabile".
"Fiducia alla Camera dei Deputati ottenuta. Andiamo avanti, al fianco del presidente Giuseppe Conte, con l’obiettivo di rafforzare questa maggioranza lavorando per il Paese, per ogni singolo italiano", le parole del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dopo il primo round. "La pandemia non ci aspetta, la crisi economica intanto avanza e noi abbiamo il dovere di intervenire in maniera tempestiva con provvedimenti concreti - ha aggiunto Di Maio - Per questo motivo in settimana dobbiamo approvare in Parlamento lo scostamento di bilancio da 32 miliardi di euro per dare nuovi ristori e aiuti a chi sta subendo gli effetti della crisi. Uniti!".
"Ci aspettavamo 340 voti alla Camera, ne hanno presi 321. Al Senato possono anche prendere 161 voti, non credo lo faranno, ma non cambierebbe la sostanza", ha detto Matteo Renzi, leader di Italia Viva, a La7 in serata, ribadendo concetti espressi anche al Tg2 Post. "Chi ha esperienza parlamentare sa che formalmente per ottenere la fiducia basta un voto in più, poi c'è l'attività di commissione e in molte commissioni il governo sarebbe in minoranza Stanno cercando soltanto, in 'un compro, baratto e vendo', in un calciomercato di senatori, di prendersi l'uno o l'altro. Ho l'impressione che in questi giorni il presidente del Consiglio sia stato molto spesso al telefono con i senatori a cercare la maggioranza anziché al telefono con la Pfizer che in questa settimana ci manda 136mila vaccini in meno", ha aggiunto il leader di Italia Viva. "Conte sta bloccando l'attività istituzionale, sa di non avere i numeri al Senato e li cerca. Se non ha 161 voti credo faccia un errore a insistere. Secondo me dovrebbe andare al Quirinale ma non lo farà".