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Crisi governo, Conte al bivio: sale la tentazione della sfida in Aula

Governo avanti sulle urgenze assolute e poi in Parlamento, l'ipotesi che circola in queste ore. E chi è vicino al premier sostiene che non si siederà mai al tavolo con Renzi dopo le accuse lanciate ieri insieme all'annuncio del ritiro delle ministre Iv

Afp
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14 gennaio 2021 | 07.11
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Conte affronta una nuova crisi di governo. Chi gli è più vicino sostiene che non si siederà mai al tavolo con chi lo ha accusato di aver creato "un vulnus democratico". Dunque, la sfida in Aula. Per rispondere a viso aperto agli affondi - "attacchi inaccettabili" li hanno bollati alcuni ministri in Cdm - del leader di Iv Matteo Renzi. Aprendo nella serata di ieri il Consiglio 'orfano' delle due ministre renziane, Conte ha attaccato a muso duro Italia Viva, accusandola di una grave responsabilità, di aver provocato un danno al Paese. E rivendicando di non essersi mai sottratto al confronto, nonostante una strada disseminata di mine. Ora "si va avanti sul lavoro delle prossime ore per le emergenze assolute del Paese per la pandemia e gli interventi economici e poi si va in Parlamento a testa alta e con la coscienza pulita", ha spiegato un ministro.

Eppure Renzi ha lasciato aperto uno spiraglio, seppure stretto. Da Iv rimarcano che non ha mai chiesto o preteso un passo indietro di Conte. Magari la soluzione è più vicina di quel che appare, sedersi tutti intorno al tavolo evitando le incognite di una crisi di governo al buio. Ma di stracci ne sono volati troppi, difficile che Conte torni indietro. Il Pd, che ancora ieri per tutto il giorno ha tentato ogni strada per arrivare a una ricucitura, è stato durissimo. "E' un atto contro il Paese", ha detto Nicola Zingaretti in tv al Tg1.

Ma fino a che Conte non si dimette o viene a mancare la fiducia in aula di Iv, ancora ci sono margini. Intanto dal Colle arriva la preoccupazione del Presidente della Repubblica, che invita a far presto, uscire dalla palude.

Con un Conte ter? Sia il M5S che il Pd hanno fatto quadrato attorno al presidente del Consiglio. Anche Beppe Grillo, a chi questa ieri gli chiedeva lumi sul post in cui richiamava alla responsabilità, ha risposto: "Io disarcionare Conte? Ma se sono un contiano di ferro", raccontava all'Adnkronos.

Conte ha appreso delle dimissioni della delegazione di Iv via mail, qualche minuto prima che iniziasse la conferenza stampa dell'ex premier. Tendere poco prima la mano, a favore di taccuini e telecamere, è valso a ben poco. Renzi va avanti con la sua battaglia, la sua squadra gli è accanto. Le ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti, il sottosegretario Ivan Scalfarotto, fanno il passo indietro, nella lettera in cui motivano la loro scelta ribadiscono le stesse accuse che qualche minuto dopo Renzi snocciolerà in conferenza stampa.

Intanto bocche cucite a Palazzo Chigi su quello che Conte farà nelle prossime ore, su quel che ha in mente. "Non posso dire nulla", risponde laconico il portavoce Rocco Casalino, nel mirino di Renzi per presunte fughe di notizie. Ma la strada sembra tracciata, e sembra puntare dritta al Parlamento.

Oggi, a quanto si apprende, il governo dovrebbe intanto sciogliere la riserva su chi assumerà l'interim dei due posti vacanti nella squadra di governo, quello della responsabile dell'Agricoltura Bellanova e della ministra della Famiglia Bonetti. E' possibile, considerando la situazione, che sia lo stesso Conte ad assumere l'incarico già nelle prossime ore.

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