"Paradossale che i 600 milioni di euro previsti per il suo potenziamento siano dirottati per integrare le risorse per Orte-Falconara e Metaponto–Potenza"
"L’Abruzzo sta perdendo l’ennesima occasione verso lo sviluppo e la modernizzazione delle proprie infrastrutture. E' paradossale la notizia che i 600 milioni di euro previsti nel Pnrr per il potenziamento della linea ferroviaria Pescara – Roma, che rappresentano poco meno del 10% delle risorse complessive necessarie a finanziare il completamento dell’intera opera di ammodernamento, saranno dirottati con ogni probabilità per integrare le risorse previste per le altre due trasversali Orte-Falconara e Metaponto–Potenza".
Lo affermano, in un documento, Confindustria Abruzzo, con il presidente Silvano Pagliuca; Agci Abruzzo con Francesco Labbrozzi; Casartigiani, presieduta da Dario Buccella e Flaviano Montebello; Cia con Nicola Sichetti; Claai di Federico Del Grosso; Cna con Savino Saraceni; Confapi con Luciano Mari Fiamma; Confartigianato, con Giancarlo Di Blasio; Confcommercio, con Roberto Donatelli; Confcooperative Abruzzo, con Massimiliano Monetti; Confesercenti con Daniele Erasmi; Legacoop con Luca Mazzali; Cgil Abruzzo Molise con Carmine Ranieri; Cisl Abruzzo Molise con Giovanni Notaro; Uil Abruzzo, con Michele Lombardo e Ugl con Gianna De Amici.
No quindi "all'uscita della direttrice Pescara-Roma dal Pnrr". Quando si ritirano le acque affiorano i relitti del naufragio. L’Abruzzo perde i finanziamenti di un’opera strategica per il proprio futuro sviluppo e la perde poiché sacrificata all’altare dei conteggi elettoralistici, poco più di 1.300.000 abitanti rispetto ai quasi 60 milioni di cittadini della nostra Italia. Ma sono conti errati perché l’Abruzzo è la settima regione per tasso di industrializzazione e queste scelte scellerate la condannano sicuramente ad un’agonia lenta, producendo anche danni sul sistema economico italiano. Non dimenticheremo l’incapacità della politica ad affrontare temi così strategici: non abbiamo bisogno di gente impegnata solo a portare a spasso la cravatta", sia a destra che a sinistra.
"La ferrovia Orte Falconara - aggiungono - si farà perché nelle Marche la politica è bipartisan unita nel perseguire gli interessi collettivi. Hanno creato quella massa critica per contare di più e portare a casa l’unico risultato che conti: l’economia della loro regione. Stiamo perdendo anche l’altra grande opportunità del corridoio Baltico-Mediterraneo che avrebbe dovuto collegare Bologna con Ancona, Pescara, Termoli e Bari. Chiudete gli occhi e provate ad immaginare il futuro di queste regioni nei prossimi 30 anni; che futuro vedete? Lontani da tutti i corridoi TEN-T con una dorsale adriatica povera dal punto di vista ferroviario e monca dal punto di vista autostradale visto che la terza corsia si è fermata a Civitanova. A questo si aggiunge la notizia che circola ormai da settimane che il Governo intende “declassare” le autostrade A24 e A25. Se così fosse, diventa palese il disegno politico di escludere l’Abruzzo anche dalla trasversalità Tirreno-Adriatica dove, le due autostrade, praticamente semivuote, unitamente all’autoporto di Avezzano ed all’interporto di Manoppello con i porti di Ortona, Pescara e Vasto e con l’aeroporto d’Abruzzo costituirebbero la vera trasversale Est-Ovest nel corridoio europeo intermodale Barcellona-Civitavecchia-Pescara/Ortona-Ploce. Questo corridoio intermodale è il più sostenibile a livello ambientale e economico proprio per tutte le infrastrutture già esistenti e con un potenziale di sviluppo ancora larghissimo". "Sia chiaro - è la conclusione - che non ci accontentiamo di promesse politiche ma solo di atti compiuti e di fatti concludenti. Vogliamo la piena garanzia verso i cittadini che le opere citate si faranno con piena assicurazione delle fonti di finanziamento di ciascuna opera".