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Amico, con Invitalia 60 assunzioni indotto e sistema hi-tech per yacht

Grazie alla legge 181, realizzata a Genova una piattaforma all’avanguardia per la messa a terra delle imbarcazioni (video)

Amico, con Invitalia 60 assunzioni indotto e sistema hi-tech per yacht
30 dicembre 2020 | 17.04
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Un sistema all’avanguardia che consente di trasportare a terra navi da diporto per sottoporle a lavori di riparazione e manutenzione. E’ il nuovo ShipLift di Amico & Co, azienda di cantieristica navale che opera a Genova nel settore del service e del refit di imbarcazioni e yacht da diporto, tra i primi tre operatori al mondo del comparto. Inaugurato a novembre 2019, il moderno sistema di alaggio, varo e movimentazione a terra di megayacht - altrimenti lavorabili in secca solo tramite immissione in bacino di carenaggio - è stato realizzato con il finanziamento di Invitalia, ottenuto grazie alla legge 181/89: su un investimento totale di 27 milioni di euro, sono stati concessi un contributo in conto capitale pari a 4 milioni di euro e un finanziamento agevolato di 13,2 milioni di euro .

“Amico e Co. - spiega il presidente della società, Alberto Amico - è operativa dal 1991 nell’attività di service e refit per grandi yacht, dai 20 ai 150 metri. La clientela è al 95% internazionale, abbiamo circa 110 contratti ogni anno e la superficie ci permette di avere in contemporanea una ventina di maxi-yacht in lavorazione. Nell’arco degli ultimi due o tre anni, abbiamo realizzato lo ShipLlift, una piattaforma di sollevamento, messa in secca e movimentazione su un’area di circa 2 ettari e mezzo, che ci permette di competere sul mercato in forte sviluppo degli yacht sopra i 60 metri e fino a circa 90 metri di lunghezza”.

Alla progettazione e realizzazione dell’opera, durata complessivamente 16 mesi, hanno partecipato 84 aziende - tutte italiane a eccezione dell’olandese Enerpac che ha progettato il sistema di trasferimento delle imbarcazioni - per un totale di 200 addetti. Importanti le ricadute sull’indotto, quindi, anche in termini occupazionali. “Sicuramente questa è un’opera che non serve solo al cantiere, ma a un intero cluster di attività e di filiere che riguardano l’indotto di questo settore. Attualmente abbiamo una comunità di equipaggi di circa 500 persone, destinata a raddoppiare nell’arco dei prossimi anni. Così come i dipendenti diretti e indiretti generati da questa attività: a livello di cantiere abbiamo già assunto una quindicina di addetti, ma il moltiplicatore è di 1 a 4 e quindi si prevede che la filiera dell’indotto genererà nuove assunzioni per circa 60 addetti”, assicura.

ShipLift è una piattaforma sommergibile da 4.000 tonnellate, alloggiata all’interno di una struttura dedicata, che per mezzo di una serie di argani sincronizzati solleva le imbarcazioni a piano banchina. Di qui, un sistema di carrelli che si muovono su rotaie provvede alla loro movimentazione a terra, dove sono allestite 5 nuove postazioni di lavoro, ottenuti potenziando e ristrutturando 25.000 mq di aree a terra. Tutto avviene a emissione zero, poiché funzionano elettricamente sia il sistema di lift, la grande piattaforma che solleva l’imbarcazione dal mare, sia il sistema di binari e carrelli che la movimentano sul piazzale, come spiega Amico: “Un altro aspetto interessante è che tutto questo sta avvenendo in un’ottica di sostenibilità perché il progetto è stato sviluppato in modo che tutte le parti elettromeccaniche e meccaniche dell’impianto sono a trazione elettrica: rispetto ai vecchi sistemi di sollevamento che sono azionati con motori diesel, questa attività è svolta con elevati standard ambientali”.

Il sistema ha permesso, quindi, al cantiere di consolidare la propria leadership internazionale nel settore del refit di maxi-yacht, contribuendo in modo decisivo a rafforzare la competitività del polo genovese nel contesto mondiale. “Quest’opera è unica in Italia - sottolinea - dal punto di vista della potenza di sollevamento, è stata certificata per 4.400 tonnellate, ed è tra le prime 2-3 opere del genere a livello mondiale, seconda solo all’infrastruttura presente a Barcellona. Senz’altro, quindi, questo investimento sta permettendo alla società di competere sul mercato internazionale ad armi pari con i 2-3 principali soggetti che fanno questo mestiere. L’opera è, dunque, assolutamente strategica e garantisce di poter lavorare in contemporanea fino a 6 mega yacht messi in secca grazie a questo sistema di sollevamento, quando prima era possibile utilizzare solo 1-2 bacini di carenaggio e quindi la potenzialità di produzione era senz’altro limitata”.

Molto soddisfacente l’esperienza di collaborazione pubblico-privato. “Invitalia è stata un ottimo partner - afferma Amico - dal punto di vista della prontezza e del dialogo che si è venuto a creare per riuscire a concretizzare questo progetto, un dialogo intercorso durante tutte le fasi e che si è sviluppato con delle tempistiche decisamente veloci e soprattutto affidabili. Quindi questo ha permesso di rispettare il piano finanziario e il piano di realizzazione dell’opera, che è stata portata a termine in un tempo record: normalmente queste opere richiedono 3-4 anni tra la gestazione e l’approntamento, mentre noi siamo riusciti in meno di due anni a passare dalla progettazione alla realizzazione”.

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