Volobuev, nato in Ucraina: "Mi vergogno, non potevo restare a guardare"
Il vicepresidente di Gazprombank Igor Volobuev ha reso noto, in una intervista a The Insider, di aver lasciato la Russia lo scorso 2 marzo con l'intenzione di unirsi alle forze di difesa territoriale dell'Ucraina. E' almeno il quarto alto dirigente di società russe ad aver abbandonato il Paese dopo l'inizio della guerra, dopo l'ex primo vice presidente di Sberbank, Lev Khasis, la ceo di Yandex Elena Bunina e il vice Ceo di Aeroflot, Andrei Panov. Aveva lasciato la Russia lo scorso marzo anche l'inviato per il Clima del Cremlino, Anatoly Chubais.
"Non potevo rimanere a guardare quello che la Russia stava facendo al Paese in cui sono nato", ha affermato Volobuev, originario di Okhtyrka, nella regione di Sumy, nel nord est dell'Ucraina.
Volobuev, che ha 50 anni, è stato licenziato dopo aver lasciato il Paese, dopo una intera carriera trascorsa a lavorare con società del gruppo Gazprom. "Questo crimine è commesso da Putin, dal governo russo, e anche dai russi. Non è Putin a uccidere gli ucraini, a saccheggiare le loro case, stuprare le donne in Ucraina. Sono i russi. E anche se sono di origine ucraina, anche io ne sono responsabile. Mi vergogno perché la mia responsabilità è doppia: non solo sono un russo, ma sono nato in Ucraina dove sono vissuto per 18 anni".
Volobuev mette anche in discussione il "suicidio" dell'ex primo vice presidente di Gazprombank, Vladislav Avaev, trovato morto a Mosca con la moglie e la figlia (pochi giorni prima della morte in Spagna dell'ex top manager di Novatek, Sergei Protosenya, anche lui morto con la moglie e la figlia, ndr). "Al momento del suo presunto suicidio, era ancora primo vice presidente di Gazprombank. Non credo che fosse capace di uccidere la sua famiglia. Penso che sia stata una messa in scena. Perché? E' difficile da dire. Potrebbe aver saputo qualcosa. Avrebbe potuto essere una minaccia".