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Ucraina, Zelensky e il piano di Putin: "Dateci armi o guerra presto in Europa"

Il presidente ucraino: "Ora tocca a noi, ma i missili possono arrivare ovunque"

Volodymyr Zelensky
Volodymyr Zelensky
29 marzo 2024 | 06.59
LETTURA: 5 minuti

La Russia di Vladimir Putin può essere fermata in Ucraina. Nel momento forse più critico della guerra, con Kiev a corto di armi e munizioni, l'analisi dell'Institute for the Study of War (ISW) - think tank americano che monitora il conflitto - descrive un quadro più fluido e meno scontato di quanto si possa pensare.

"L'Occidente ha un vantaggio, ma deve decidersi a sfruttarlo. Tutto ciò che deve fare è prendere posizione" e mobilitarsi per sostenere lo sforzo bellico dell'Ucraina. Ma cosa significa 'mobilitarsi'? "Significa aumentare la propria produzione militare, utilizzare maggiormente le proprie capacità militari attuali e i propri asset economici, accettare una soglia più alta di sofferenza e rischio ora per evitare maggiori costi, sofferenza e rischio in futuro".

Zelensky: "Ora tocca a noi, dopo Putin punterà all'Europa"

"Per Putin, siamo un satellite della Federazione russa", dice il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Cbs descrivendo i rischi di un'estensione del conflitto.

"Per ora -aggiunge- siamo noi. Poi il Kazakistan, i paesi baltici, poi la Polonia, la Germania. O almeno una parte della Germania. Anche domani, i missili possono arrivare in ogni paese. Questa aggressione e l'esercito di Putin possono arrivare in Europa. E a quel punto i cittadini degli Stati Uniti e i soldati degli Stati Uniti dovranno proteggere l'Europa in quanto membri della Nato".

Molti paesi occidentali hanno assunto l'impegno di sostenere l'Ucraina fornendo a Kiev armi nei primi 25 mesi del conflitto. Gli Stati Uniti hanno svolto un ruolo di primissimo piano sinora, ma il quadro è cambiato alla fine del 2023 con lo stop al pacchetto da 60 miliardi di dollari attualmente fermo al Congresso.

I fondi stanziati dagli Usa, dice Zelensky, vanno valutati in maniera corretta: "Decine di miliardi -dice alla Cbs- rimangono negli Usa. Il denaro stanziato dal Congresso rimane, per il 75%, negli Stati Uniti. Le munizioni vengono date a noi, ma la produzione avviene lì e il denaro rimane negli Usa. E le tasse restano negli Usa".

Il nodo degli aiuti Usa

Dopo il via libera del Senato, la legge cruciale deve essere ancora discussa dalla Camera dei Rappresentanti. Lo stop alle forniture Usa ha messo in grave crisi le forze armate ucraine in diversi settori del paese: "L'Ucraina deve prendere decisioni drastiche e scegliere se ritirarsi da alcune zone", ha detto recentemente il Pentagono attraverso una propria portavoce.

Zelensky sottolinea la necessità di una rapida approvazione degli aiuti statunitensi da parte del Congresso americano nel corso di un colloquio con il presidente della Camera dei Rappresentanti di Washington, Mike Johnson. A riferirne è lo stesso Zelensky, in un post su X: "Ho parlato con lo Speaker Johnson, e ho ringraziato personalmente lui, entrambi i partiti, il popolo americano e il presidente Biden per il loro sostegno all'Ucraina dall'inizio dell'invasione su vasta scala della Russia".

"Ho informato il presidente Johnson sulla situazione sul campo di battaglia, in particolare sul drammatico aumento del terrore aereo russo", aggiunge Zelensky. "Solo la scorsa settimana, 190 missili, 140 droni Shahed e 700 bombe aeree guidate sono state lanciate contro città e comunità ucraine. La più grande centrale idroelettrica è stata bloccata". "In questa situazione - ha sottolineato - il rapido passaggio degli aiuti statunitensi all’Ucraina da parte del Congresso è vitale. Riconosciamo che ci sono opinioni divergenti in seno alla Camera dei Rappresentanti su come procedere, ma la chiave è mantenere la questione degli aiuti all’Ucraina come fattore unificante".

"Abbiamo anche discusso dell'importanza di tagliare al più presto possibile le fonti di finanziamento della Russia per la sua guerra e di utilizzare i beni russi congelati a vantaggio dell’Ucraina. A questo riguardo contiamo anche sulla leadership del Congresso", conclude.

La nuova fase della guerra, Kharkiv nel mirino

La guerra dovrebbe andare incontro ad una nuova fase a partire da maggio, quando potrebbe prendere forma la nuova offensiva della Russia. Putin, dopo la vittoria nelle elezioni presidenziali, ha più volte fatto riferimento alla necessità di creare una 'zona cuscinetto' che nella regione di Kharkiv garantisca maggiore sicurezza ai territori controllati dalla Russia.

Nelle ultime ore, le truppe russe hanno sferrato nuovi attacchi nell'Ucraina orientale, con pesanti combattimenti segnalati intorno alle città di Avdiivka e Bakhmut. Nel suo rapporto quotidiano sulla situazione sul terreno, lo Stato maggiore ucraino ha elencato 11 parziali avanzate russe in direzione di quattro località. Lungo tutta la linea del fronte, dal sud all'est dell'Ucraina, secondo il rapporto, sono scoppiate complessivamente 48 battaglie. Ci sono inoltre stati attacchi aerei e di artiglieria russi vicino a Kharkiv.

Cosa deve fare l'Occidente

Proprio Kharkiv potrebbe essere il nuovo teatro principale della guerra di logoramento, con Mosca che continua a riversare uomini al fronte sostanzialmente incurante delle perdite. La Russia da tempo investe circa un terzo del Pil nel settore della difesa, garantendo il funzionamento costante della macchina militare.

Dall'altra parte, serve un impegno di livello adeguato dei paesi occidentali, che - secondo l'ISW - devono "compiere passi specifici e immediati. Dovrebbero dare aiuto militare sufficiente e altro supporto richiesto dall'Ucraina per ricominciare a operare sul campo di battaglia".

L'Occidente dovrebbe anche aiutare l'Ucraina a sfruttare i punti deboli delle forze armate russe, con particolare attenzione alla possibilità di colpire la flotta del Mar Nero. Secondo l'Ucraina, Mosca potrebbe aver perso circa un terzo della sua flotta. "La Russia non può sconfiggere l'Ucraina o l'Occidente – e probabilmente perderà – se l'Occidente mobilita le sue risorse per resistere al Cremlino", la sintesi dell'ISW.

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