Human Rights cita tre incidenti tra fine febbraio e metà marzo nelle regioni di Kiev e Chernihiv, dove sei civili sono morti e altri tre sono rimasti feriti
Human Rights Watch accusa la Russia di aver aperto il fuoco in Ucraina contro mezzi con civili in fuga dalla guerra. Hrw cita tre incidenti tra fine febbraio e metà marzo nelle regioni di Kiev e Chernihiv, dove sei civili sono morti e altri tre sono rimasti feriti. "Ai checkpoint i soldati russi hanno aperto il fuoco contro i mezzi di passaggio senza nessun evidente impegno per verificare se gli occupanti fossero civili", ha denunciato Belkis Wille, ricercatrice dell'organizzazione.
Il diritto internazionale, ha ricordato, obbliga le parti in conflitto a "distinguere tra civili e combattenti". Hrw ha ascoltato i racconti di nove testimoni, anche due persone rimaste ferite negli attacchi, e i ricercatori hanno visitato i siti dei tre incidenti (due a Hostomel, a circa 20 km da Kiev, e l'altro a Nova Basan, nella regione di Chernihiv) ed esaminato le quattro auto colpite dal fuoco. Secondo le testimonianze non c'erano forze ucraine nelle vicinanze al momento dei fatti denunciati. Hrw ripete che le parti in conflitto devono adottare "tutte le precauzioni possibili per ridurre al minimo i danni per civili e obiettivi civili e non sferrare attacchi senza distinguere tra civili e combattenti". La Russia, incalza l'organizzazione, "deve condurre indagini imparziali, approfondite e trasparenti su queste uccisioni e indennizzare le vittime di ogni attacco illegittimo".
Per Wille, "questi incidenti sono indicativi del fallimento delle forze russe" riguardo il rispetto dei "loro obblighi". "L'esercito russo - ha concluso - è obbligato a indagare su questi incidenti, portare i responsabili davanti alla giustizia e a garantire che finiscano questo genere di uccisioni".