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Ucraina, Zelensky: "Più forti a Kursk". Kiev vuole zona cuscinetto in Russia

Il presidente: "Stiamo rinforzando le nostre posizioni". I vertici militari: "Oltre 100 prigionieri russi ogni giorno"

Volodymyr Zelensky
Volodymyr Zelensky
19 agosto 2024 | 00.04
LETTURA: 3 minuti

"Diventiamo più forti a Kursk". L'Ucraina consolida le proprie posizioni nel territorio della Russia, parola di Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino, nel consueto messaggio affidato ai suoi canali social, fa il punto sulle operazioni avviate ormai da oltre 10 giorni in territorio nemico. "Diventiamo più forti e stiamo rinforzando le nostre posizioni", dice il presidente che ribadisce l'obiettivo immediato di creare una 'zona cuscinetto' per ridurre l'impatto dei raid russi.

"Vogliamo infliggere il massimo danno all'apparato militare russo e condurre azioni controffensive: questo comprende anche la creazione di una zona cuscinetto nel territorio nemico, con la nostra operazione nella regione di Kursk", dice Zelensky. "Tutto ciò che danneggia il sistema militare russo -ribadisce- impedisce l'espansione della guerra, avvicina la fine di questa aggressione e una pace giusta per l'Ucraina".

Il piano di Kiev, nelle ultime ore, ha portato alla distruzione di un secondo ponte sul fiume Selm, vicino alla zona in cui le unità militari a terra hanno preso il controllo dei territorio russo. Il ponte, ancora in piedi ma con un largo buco al centro, si trova vicino all'insediamento di Zvannoe, a nord ovest di Glushkovo, dove venerdì scorso era stato distrutto un altro ponte.

"Le forze aeree stanno sottraendo opzioni logistiche al nemico con colpi di precisione che avranno un impatto considerevole sulle operazioni di combattimento", ha precisato il comando. Nella zona di Glushkovo rimane solo un ponte utilizzabile per il rifornimento delle forze russe dispiegate nella zona.

"I russi non vogliono combattere"

L'attacco mirato a infrastrutture si abbina ai combattimenti che proseguono nelle zone di contatto. Secondo Kiev, sono centinaia ogni giorno i soldati russi che si arrendono. L'Ucraina afferma di aver catturato 100-150 prigionieri di guerra russi al giorno dall'inizio dell'incursione, secondo i dati diffusi da Oleksii Drozdenko, comandante dell'amministrazione militare della città di Sumy: i militari russi oltre confine, spesso giovani coscritti, "non vogliono combattere contro di noi".

Dalla sponda russa, le autorità del distretto di Korenevsky, nella regione di Kursk, invitano la popolazione civile ad abbandonare le case: "La situazione operativa nel territorio del nostro distretto rimane difficile. Alcuni cittadini non rinunciano al tentativo di rientrare nelle proprie abitazioni, complicando il lavoro delle nostre forze armate. Per i residenti è impossibile al momento tornare nella zona, a volte i tentativi si risolvono in terribili tragedie".

La guerra nel Donetsk

L'attacco ucraino nel territorio russo non fa passare in secondo piano l'altra zona caldissima del fronte. Nel Donetsk, la Russia continua a premere avvicinandosi alla città di Pokrovsk, nodo logistico fondamentale per le forze armate ucraine perché consente di raggiungere Kostiantynivka, altro perno del sistema difensivo di Kiev. "I russi sono vicini, a circa 11 km dalla città. La città si sta preparando", le parole di Serhii Dobriak, responsabile dell'amministrazione militare di Pokrovsk, già abbandonata da migliaia di civili.

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