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"Tregua già violata", nuovi raid in Siria

(AFP) - AFP
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25 febbraio 2018 | 11.41
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Non si fermano raid e combattimenti in Siria all'indomani del voto unanime al Consiglio di Sicurezza dell'Onu che richiede una tregua umanitaria di almeno 30 giorni.

Elicotteri del regime di Damasco hanno sganciato barili bomba sui sobborghi della Goutha orientale controllati dai ribelli: lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani che parla di una donna uccisa e diversi feriti nella località di Hammuriyeh.

Nell'ultima settimana almeno 500 civili sono stati uccisi nei raid siriani, creando un'ondata di sdegno internazionale che ha portato alla risoluzione dell'Onu.

Fonti vicine al governo di Bashar al Assad riferiscono che le forze di Damasco e le milizie alleate hanno avviato un'operazione per invadere la Ghouta orientale, a est della capitale. Vi sono notizie di scontri armati, mentre un comandante ribelle ha riferito all'agenzia stampa Dpa che è stato respinto un tentativo dell'esercito siriano di penetrare nella regione. Almeno 25 soldati di Damasco, ha detto, sarebbero stati uccisi. L'Osservatorio siriano per i diritti umani segnala anche scontri armati fra le forze turche e i combattenti curdi nella regione settentrionale siriana di Afrin.

IRAN - L'Iran rispetterà il cessate il fuoco in Siria, secondo quanto previsto dalla risoluzione delle Nazioni Unite. Lo ha assicurato il capo di Stato maggiore iraniano, generale Mohammad Baqeri. "Come nel passato, quelli che non vogliono la sicurezza e la pace per i siriani hanno di nuovo chiesto un cessate il fuoco per sostenere i terroristi, dopo che hanno assistito ad un avanzata dell'Esercito siriano per ripulire i sobborghi di Damasco dai militanti", ha sottolineato Baqeri. Che ha poi notato come, grazie agli sforzi congiunti della Siria e dei suoi alleati, sia stata 'annacquata' la bozza di risoluzione sulla tregua, dalla quale è stata esclusa la lotta contro gruppi terroristici. Fatta questa premessa, il capo di Stato maggiore iraniano ha affermato che Teheran "onorerà la risoluzione e lo stesso farà Damsco".

IL PAPA - "In questi giorni il mio pensiero è spesso rivolto all'amata e martoriata Siria, dove la guerra è riesplosa, specialmente nel Ghouta orientale" ha esordito il Pontefice durante l'Angelus. "Questo mese di febbraio è stato uno dei più violenti in sette anni di conflitto: centinaia, migliaia di vittime civili, bambini, donne, anziani; sono stati colpiti gli ospedali; la gente non può procurarsi da mangiare. Tutto questo è disumano - ha scandito il Papa - Non si può combattere il male con altro male". Pertanto "rivolgo il mio appello accorato perché cessi subito la violenza.

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