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Terremoto Turchia, ricerche interrotte in quasi tutte province

Le operazioni proseguono solo nelle zone più colpite di Kahramanmaras e Hatay. Bilancio sale a 40.689 morti. Oltre seimila scosse di assestamento dal 6 febbraio

(Afp)
(Afp)
19 febbraio 2023 | 15.52
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Le operazioni di ricerca e soccorso sono terminate in tutte le province turche ad eccezione di quelle di Kahramanmaras e Hatay. Lo ha annunciato l'agenzia per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad), precisando che il nuovo bilancio del sisma del 6 febbraio è salito a 40.689 morti.

Secondo quanto ha reso noto l'Afad, l'agenzia per la gestione dei disastri e delle emergenze, dal sisma dello scorso 6 febbraio si sono susseguite oltre seimila scosse di assestamento. "Ogni tre o quattro minuti" si registrano delle scosse e fra queste una quarantina hanno avuto una magnitudo 5 della scala Richter, afferma l'agenzia.

SIRIA - Un convoglio umanitario di Medici Senza Frontiere (Msf), formato da 14 camion, è entrato oggi nel nord-ovest della Siria dalla Turchia attraverso il valico di frontiera di Hammam. Questo primo convoglio trasporta 1.296 tende destinate alle famiglie (di almeno 5 persone) rimaste senza casa a causa del terremoto e altrettanti kit invernali per isolarle dal freddo. Altri convogli di aiuti di Msf, con forniture mediche e non, sono previsti nei prossimi giorni.

Tuttavia, avverte Msf in una nota, è necessario un aumento urgente del volume delle forniture per far fronte all'entità della crisi umanitaria. Nei dieci giorni successivi al terremoto, il numero di camion che hanno attraversato il confine con la Siria nord-occidentale è stato inferiore alla media del 2022. Presenti nell'area da oltre 10 anni, le équipe di Msf sono state in grado di rispondere immediatamente all'emergenza. "Abbiamo svuotato le nostre scorte di emergenza in tre giorni, donando agli ospedali quasi 12 tonnellate (4mila metri cubi) di attrezzature chirurgiche e medicinali. Le nostre équipe hanno fornito supporto alle strutture sanitarie della zona fino all'esaurimento delle scorte - dichiara Hakim Khaldi, capomissione di Msf in Siria - Ma non abbiamo visto alcun aiuto dall'esterno. Gli aiuti stanno arrivando in quantità trascurabili per il momento".

Le équipe di Msf hanno individuato enormi bisogni insoddisfatti in termini di aiuti. L'accesso a un alloggio e a condizioni igieniche decenti non sono garantite, soprattutto se si considera che i 180mila nuovi sfollati a causa del terremoto del 6 febbraio si aggiungono ai due milioni di persone sfollate da 12 anni di guerra e che già vivono in condizioni precarie. Msf sta attualmente fornendo assistenza e supporto medico alle persone che vivono in cinque centri di accoglienza nel nord di Idlib, offrendo cure mediche e distribuendo tende, acqua, pane, coperte, materassi ed estintori. Le attività volte a garantire la continuità dell'accesso all'assistenza sanitaria sia per le vittime del terremoto che per la popolazione in generale inizieranno la prossima settimana.

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